Rassegna storica del Risorgimento
VIEUSSEUX GIOVAN PIETRO ; CIAMPINI RAFFAELE
anno
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1954
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pagina
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30
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A PROPOSITO 01 UN LIBRO SUL VIEUSSEUX
Giampiero Vieusscux è un liberale feroce, astuto, int raprendentissimo... il solo veramente temibile in Toscana scriveva nel 1838 il presidente del Buon Governo, Bologna. *) Raffaele Ciani pini, concludendo un quindicennio di ricerche intorno agli uomini delIVlnto/ogìa, ha dedicato a Giampiero Visus-seux, i suoi viaggi, i suoi amici, i suoi giornali (Torino, Einaudi, 1953), un solido e ricco volume, da cui la personalità del sor Pietro esce incisivamente raffigurata, non solo come quella dell'editore animoso o dell'infaticabile organizzatore della cultura della Toscana liberale dell'Ottocento, ma quella altresì di un leader autentico, la cui influenza animatrice si allarga ben al di là dei confini del granducato lorenese, assurgendo a fattore tut-t'altro che secondario dell'intero processo risorgimentale. Ferocia a parte, il poliziotto e lo storico, una volta tanto, vengon a darsi ragione a vicenda.
Anziché stendere una biografia nel senso tradizionale della parola, il Ciampini ha preferito, attraverso un lungo ed amoroso studio dei carteggi, delle note di viaggio e dei periodici dell'italoginevrino fare rivivere al suo lettore l'atmosfera del cenacolo di Palazzo Buondelmonti e della cerchia dei collaboratori dell1Antologìa, del Giornale Agrario, della Guida dell'Educatore e dell'Archivio Storico Italiano, in tutto il suo calore umano, la sua quotidiana vicenda, le sue speranze, i suoi crucci. E bisogna dire che vi è riuscito pienamente. Chi lo legga, ha davvero la sensazione d'intrattenersi, più che sulle pagine di uno storico odierno, sulla testimonianza di un contemporaneo, di uno che realmente abbia vissuto in mezzo al sor Pietro ed ai suoi amici, li abbia accompagnati nelle loro escursioni per la campagna toscana, ne abbia visto uscire uno ad uno i numeri dei periodici, ne abbia accompagnato il cammino terreno dalla maturità operosa alla vecchiezza. In ogni senso, dunque, questa sua testimonianza intorno alla missione culturale ed etico-politica del Vieusseux non può essere accolta se non con plauso e considerata da ora innanzi come un elemento essenziale nella nostra conoscenza di quel periodo e di quell'ambiente.
Appunto perchè intento soprattutto a rievocare la missione fiorentina del suo eroe, il Ciampini ha iniziato praticamente la sua trattazione dal momento nel quale Giampiero imprende quei lunghi viaggi per l'Europa, da cui approderà finalmente a Firenze nel 1819. Per quanto riguarda ciò che precede, si limita ad accennare molto sobriamente alle origini francesi dei Vieusscux, ugonotti emigrati a Ginevra in seguito alla revoca dell'editto di Nantes (per chi ama certe curiosità, potremmo aggiungere dal canto nostro, che nel Vieusseux c'era anche una stilla di sangue italiauo, in quanto sua bisnonna era una valdese di S. Giovanni di Luserua. figlia di un pastore Leger, che fu moderatore del minuscolo popolo-chiesa delle Alpi, avanti di finire profugo anch'egli a Ginevra dopo il 1686 2*); menziona il nonno, Giacomo Vieusseux, fautore del Rousseau e costretto poscia ad
1) Cfr. A. UNAKEH, La vita * ì irmpi di E. Moyer, Vinate, 1893, I, p. 303. 3) Cfr. J. JAIXÀ, GlQnura d'histoirr vaudnisr, Torre P 1939, pp< 71-72.