Rassegna storica del Risorgimento

VIEUSSEUX GIOVAN PIETRO ; CIAMPINI RAFFAELE
anno <1954>   pagina <32>
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32 Giorgio Spini
donne e bambini, e che la presenza a loro fianco del tredicenne Giampiero significhi che costui era considerato maturo e coraggioso abbastanza da seguire la sorte dogli uomini, anziché dei bambini. Né del resto questa sup­posizione d'una precoce virilità manca di conferma in quanto segue nei due elogi, a proposito delle tribolazioni delia famiglia Vieusseux. Dopo avere girovagato qualche tempo per varie località della Riviera, quest'ultima si ferma a Genova nel 1793: la caratteristica solidarietà dei piccoli nuclei di diaspora, isolati in un ambiente estraneo od ostile, l'aiuta a ricostruire la propria fortuna disfatta dalla guerra; l'azienda commerciale risorge sotto il nome di un cugino di Giampietro come André neveu Vieusseux et co.: babbo Pietro respira e comincia a pensare di collocare le figlinole, trat­tando il matrimonio di una di esse con un altro svizzero di Neuchàtel, il signor Pietro Senn, commerciante a Livorno. Ed anche Giampiero, dal canto suo, continua a dimostrarsi uomo anzitempo, lavorando nell'azienda di fa­miglia ed imprendendo viaggi, per la sua età, abbastanza considerevoli, cioè uno a Ginevra nel 1794 ed un altro ad Amburgo nel 1796, *> od affron­tando coraggiosamente la bufera, quando essa di lì a poco torna ad abbat­tersi sulla sua famiglia.
Difatti, Giampiero torna a Genova dalla Germania nel marzo 1797 e subito gli avvenimenti cominciano ad accavallarsi turbinosamente: a mag­gio è la rivoluzione democratica, che solleva Genova e istaura la Repubblica Ligure: subito dopo è un secondo naufragio dell'azienda familiare, travolta dal crak di una grossa ditta di Parigi, con cui era in rapporti d'affari; l'an­no seguente è la morte della mamma, dopo una lunga e straziante malat­tia; poi il fallimento di tutti gli sforzi del padre per rimettersi a commer­ciare e i disastri del 1799. Mentre Pietro Vieusseux cerca rifugio nella, casa del genero Senn, a Livorno, Giampiero, per non essere di peso ad alcuno, resta a Genova e, a ventini anni, si mette a fare il commerciante in proprio, con quel po' di danaro che gli è toccato in eredità della dote materna: successivamente, quando Genova è stretta dal nemico, bombardata, ridotta alla fame, indossa anch'egli bravamente l'uniforme della guardia nazionale e va a difendere quella che sente come la propria patria, portando anche in questa breve parentesi guerresca lo stesso impegno coscienzioso e la stessa virile energia, che saranno la sua divisa di tutta la vita: più tardi, finita la guerra, andrà ad affrontare la metropoli napoleonica, mettendosi nel 1801 a commerciare a Parigi, dopo quel viaggio attraverso la Svizzera e la Francia, di cui sopra si è parlato. C'è, dunque, anche prima dei 1801, tutta una esperienza umana, ed in un certo senso anche politica, di cui valeva la pena di dare un cenno, magari di sfuggita.
Tanto più che questa travagliata esperienza continua anche negli anni successivi al viaggio del 1801. Il Ciampini, sulla base delle carte Vieusseux, ha fatto luce molto bene sulle vicende immediatamente seguenti a quell'an­no: il passaggio, sempre per ragioni commerciali, di Giampiero ad Anv
ersa
) Vide nel 1794 Ginevra, Amburgo nel 1796: nel maggio 1797, la rivoluzione lo trovò a Genova col padre.... Cori il Tommaseo (Ricordi ciL, pi 5): il Lambnwcliini viceversa t Jnitsi ad accennare ad un viaggio ad Amburgo e Kìcl. Comunque, sulla base delle afferma-rioni di due testimoni, indubbiamente informotUsimi. come ti Tommaseo ed il Umbroschmi, e. sembra si possa rettificare quantoscrfve il C ponendo 1 1801 il primo dei viaggi europei del Vieusseux ed affermando ebe sino n erari tempo non aveva mai visto Ginevra