Rassegna storica del Risorgimento
VIEUSSEUX GIOVAN PIETRO ; CIAMPINI RAFFAELE
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1954
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pagina
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46
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46 Giorgio Spini
rono una multa di due paoli. Con una lettera piuttosto divertente a leggersi, Giampiero fece presente che non gli importava di dovere pagare i due paoli, ma che alle sedute del Concistoro non poteva venire in alcun modo, essendo oberato di lavoro e quindi preferiva rassegnare le dimissioni. Gli impegni di lavoro non dovevano essere un pretesto bugiardo, perchè si vede dai documenti pubblicati dal Ciampini ohe in quel momento egli era effettivamente indaffarato da mane a sera. Comunque Ja questione fa risolta elegantemente dal Concistoro, cooptando al suo posto il fratello André e da allora le cose filarono talmente lisce che costui finì addirittura per esser nominato cassiere della comunità, mentre Paul e Giampiero si limitavano a figurare puntualmente sulla lista dei contribuenti.
Ovviamente, in sé, questa cronachetta ecclesiastica non ha nessuna importanza particolare. Ma comincia ad averne quando si rifletta che proprio queste istituzioni, come la parrocchia, il concistoro, la borsa dei poveri, la scuola, le organizzazioni di assistenza, avevano costituito per lunghi anni la roccaforte, in cni l'opposizione al dispotismo napoleonico si era trincerata nella vecchia Ginevra, covando hi silenzio il suo geloso patriottismo, il suo spirito di libertà, la sua tetragona resistenza al regime della sciabola, *J e che, pertanto, il loro trapianto in Firenze aveva un significato preciso, non soltanto ecclesiastico, ma civile ed eticopolitico altresì. E più ancora ne acquista, allorché si nota come la repubblichetta ecclesiastica degli Svizzero-fiorentini si comporti esattamente al modo, in cui la pensavano il Vieusseux ed i suoi amici toscani. Questa cittadella liberale, che si preoccupa di filantropia e di educazione quasi altrettanto che del culto, scevra di pregiudizi confessionali- ogni volta che ci sia da fare del bene al prossimo, e tanto compiaciuta del suo mettere d'accordo padroni e dipendenti, questa repubblica così candidamente utilitaria e filistea, e così irrimediabilmente virtuosa e rispettabile, coi suoi resoconti in cui si fa la statistica dei soldi incassati e spesi senza tanti svolazzi retorici e si parla di réligion et d'humanité, non è forse, con le sue solide virtù ed i suoi limiti evidenti, un'immagine in diciottesimo della città ideale vagheggiata dagli uomini di Palazzo Buon-delmonti? Non è questa la mentalità, cui VAntologia vorrebbe educare un po' tutti gli Italiani, avvezzandoli a lasciare le chiacchiere ed i dogmatismi intolleranti ed occuparsi seriamente di fare del bene al proprio paese, ferrandosi di sodi studi di statistica, di economia, di storia, di agraria?
La stessa politica' del gruppo dcìT Antologia, come felicemente l'ha definita il Ciampini, degli anni 1820-30 è collegata anch'essa da più fili alla repubblica ecclesiastica. Si è già visto quello che conduce alla casa dei conti di BombcQcs (tra parentesi, anche Federica Briinn era figlia di un pastore evangelico...): ma più evidente ancora è quello che porta alla casa dello Eynard, col suo entusiasmo filelleno, tanto calorosamente condiviso dal Vieusseux e dai suoi amici: certe oeuvre de chaxtté chrétienne, come scrive compunto il pio capitalista ginevrino, parlando dei soccorsi da lui inviati agli insorti greei. Poiché non è da peùsarc nemmeno che sia stato il Vieusseux ad imprimere il proprio spirito alla ÉgHse Evangèlique
) Cfr. Ite SALIS, op. jft., p. 227.