Rassegna storica del Risorgimento

VIEUSSEUX GIOVAN PIETRO ; CIAMPINI RAFFAELE
anno <1954>   pagina <49>
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A proposito di un libro sul Yieusaeux 49
talché l'amico Tommaseo irateva ricordare queste espressioni con compia­cenza nell'elogio funebre di Giampiero, assieme a qualche gesto di genero­sità, come un certo coritìfbuttf nanziario da lui dato a Odessa nel 1816 por l'erezione di una cappella cattolica* er concluderne compuntamente che nessuno poteva certo penetrar segreto della coscienza altrui, ma che c'era almeno da sperare che Dio gli avesse ispirato qualche buon pensiero in punto di morte, atto a salvargli l'anima. JJ E per quanto riguarda il pie­tismo, la fede etico-religiosa del Vieusseux, ancorché genericamente cristiana di connotati, e liberal-protestante d'intonazione, ancorché troppo severa­mente vissuta nella pratica, perchè la si possa facilmente sottovalutare, era altresì troppo coerente con la temperie iHuministica di tutto il suo spirito, per non essere agli antipodi di quel pietismo romantico, che dilagava nel mondo protestante col progredire del secolo XIX.
In ogni senso, anzi, anche al di fuori del campo più strettamente reli­gioso o confessionale, il carattere illuministico e tuttavia settecentesco della mentalità del Vieusseux, dopo avere costituito a lungo il segreto dell'effi­cienza pratica e dell'ascendente personale dell'editore dell'Antologia, doveva costituire, alla lunga, un limite, per cui ad un certo momento gli sarebbe stato difficile seguire il nuovo secolo nei suoi sviluppi e nelle sue esigenze. Riflettendo sui documenti messi in luce dal Ciampini, viene da concluderne che il periodo aureo del nostro stia tutto fra il 1819 ed il 1840, cioè negli anni in cui è pensabile ancora il ritorno ai tempi di Pietro -Leopoldo, ringio­vaniti dal liberalismo di Coppet e dalla pedagogia umanitaria alla Pesta-lozzi. Più tardi, la Guida dell'educatore comincerà ad andare avanti a sob­balzi e poi finirà coll'interrompere le pubblicazioni; il Vieusseux ritenterà la formula dell'antologia con una ostinazione, che già tradisce la senilità, e non riuscirà a nulla: il Sismondi si awierà sconsolato verso la tomba, men­tre gli italiani si metteranno a delirare per quel Gioberti e quel Mazzini, che appariranno sempre più come due matti da legare al figlio canuto del secolo ragionevole.
Anche la Guida dell'educatore, al solito, si ricollega con più di un filo alla repubblica ecclesiastica di Firenze od almeno a cerchie protestanti di Pisa e Livorno. Dal 1835 al 1850 è ministro della Chiesa Riformata di Fi-renze un pastore Molse Dro'in, già insegnante in un Istituto svizzero, fon­dato sull'esempio dei metodi pedagogici del padre Girard, da M. F. Naviflej amichevole corrispondente del LambTuschini e padre di quel teologo prote­stante Ernest Naville, che sarà poi amico del Ricasoli e del Guicciardini. A questi interessi pedagogici del pastore Droln si deve evidentemente l'aper­tura nel 1838 di quel liberale Institut des pères de famille a fianco alla Chiesa Riformata, di cui dianzi si diceva, ove per qualche tempo verrà ad inse-
') Jo non entro nella coscienza di lui, né posso dire quanta egli credesse ne' di versi tempi del suo vivere e come; ma posso affermare che alla coscienza altrui ebbe pio reli­gioso riguardo che certi ostentatori di religione non abbiano verso i credenti conformemente con essi. E dopo avere rievocuto l'episodio di Odessa ed altri consimili, continoli: L'intol­leranza e gli eccessi di certi setiuri protestanti soleva riprenderò e fu autore eoe nel luogo di orazione, che unico avevano allora i protestanti in Firenze, fosse posta lu croce, parendogli assurdo che cristiani temessero e scomunicassero il Imbolo della redenzione. termina esprimendo lu speranza clic negli ultimi istanti il V. chiedesse a Dio la grazia di potere ere' dere e sentire abbastanza da essere salvato. Cfr. Ricordi sturici ri., pp. 1 H -13.