Rassegna storica del Risorgimento

VIEUSSEUX GIOVAN PIETRO ; CIAMPINI RAFFAELE
anno <1954>   pagina <50>
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Snare lo stesso Ernest Naville. D'altra parte, fra i pedagogisti e gli organa Lori di scuole popolari, che ruotano attorno alla Guida, eono insolrta. Lente numerosi i protestanti, come Enrico Mayer, la Caiani, lo SeW der il pastore valdese Malan, Charles Eynard, nipote dell Eynard filelleno, o coloro che più o meno durevolmente ai accosteranno al protestantesimo, il Guicciardini, Tito Chiesi, il Bianciardi e lo stesso Montanelli. Ma
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dei carbonari protestantìzzati dall'esilio, e quest'altra nuova generazione, c'è di mezzo l'irruzione del Rémil, cioè di una religiosità troppo fortemente romantica per accordarsi con quella del protestantesimo illuminato. Un Mayer, così per la propria età, come per la propria origine tedesca, e quindi da un ambiente naiuraliter pietista o pietisteggiante, può ancora stare a cavaliere fra i due mondi. Ma alle loro punte estreme, le due generazioni, quando vengono a contatto, mandano scintille; basta pensare all'incompren­sione che passerà, con tante reciproche amarezze, tra il Lambrnschini ed i risvegliati come il Guicciardini e l'Eynard junior, od alle difficoltà della collaborazione in seno alla Guida stessa fra il Lambruscbini e quello che il Ciampini chiama il . gruppo livornese del Mayer, Bianciardi ed Orlandini.
È veramente patetico constatare, sulla scorta dei documenti addotti dal Ciampini, come il vecchio organizzatore della cultura, anziché abban­donarsi alla sfiducia di fronte ai nuovi tempi, come il Sismondi, faccia di tutto per continuare la propria funzione mediatrice, impedire il consumarsi di fratture irreparabili, tenersi magari più. vicino ai giovani come il Mayer che agli anziani, come il pur tanto diletto Lambruschini. Ma l'impresa si fa evidentemente più difficile ogni anno che passa e la mediazione sempre men fruttuosa fra moderati e sinistra democratica, ormai apprestali tisi agli scontri del 1848. Se vi pensasse bene, forse, il Vieusseux potrebbe ricono­scere anche in questo un frutto della sua opera; avendo insegnato agli Ita­liani a lasciare le chiacchiere ed occuparsi sul serio dei problemi del loro paese, adesso vengono fuori programmi politici, sociali, religiosi, fatalmente destinati a scontrarsi l'uno con l'altro. E per di più quel romanticismo che il Sismondi e Coppet hanno tenuto a battesimo, infonde ovunque la propria passionalità, trasformando il confronto stesso dei programmi in lotta di fedi contrapposte. Fanatismo, avrebbero detto i giudiziosi uomini di altri tempi ed è tentato in effetti di ripeterlo a volte il Vieusseux. Ma la parola ormai è ai fanatici che si fanno ammazzare sulle barricate, anziché agli uomini ragio­nevoli che aspettano dalla buona volontà di tutti il progresso dei lumi.
Chissà se il vecchio sor Pietro frequenta più la cappella riformata Che venti anni prima ha contribuito a fondare? Se lo fa, c'è da scommettere che vi si senta ogni giorno meno a proprio agio. Probabilmente, anche il signor Droln, invece d'un confortevole e beneducato Evangilc de laréli-gion et de rhnmanité, come i propri colleghi d'un tempo, predica auch'egti il vangelo tempestoso del Risveglio con la sua effusione patetica di senti­mento, la sua accentuazione della <c esperienza interiore e della conversione, la sua ricerca zelante di anime da risvegliare alla nuova nascita. Roba da metodisti, commenta, forse, dentro di so di malumore il sor Pietro. Va bene che il Vaticano dovrebbe andare in ruine davanti al progresso dei