Rassegna storica del Risorgimento
PIERANTONI (FAMIGLIA) ; ROMA ; MUSEI
anno
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1954
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pagina
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107
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fondi archivistici del Museo centrale dot Risorgimento 107
giuridici fu in corrispondenza con G. Buzzati (11 lettere, 1892-1904), Giuseppe Del Giudice (13 lettera* J881-1899). Domenico Giuriati (5 lettere, 1876-1896), Enrioo Pessina (4 lettere, 1897-1898), Guido Fusinato, del quale fu molto amico lincile la nomina, nei 1894, del Pierantoni a membro della commissione per la codificazione del diritto internazionale privato non offese il Fusinato, che riteneva di dovere essere il solo delegato italiano.
Vicino anche in questo a suo suocero, il Pierautoni non disdegnò, accanto agli studi giurìdici, quelli letterari. Se portò a termine l'opera, iniziata dal Mancini, della pubblicazione delle opere del Giannone, non riuscì, invece, a darci la corrispondenza dell'abate Galiani da Parigi Le copie già preparate per la stampa sono state destinate dalla marchesa Daniele di Bagni all'Archivio di Stato di Napoli, dopo la disgraziata distruzione degli originali in questa ultima guerra; per questo non sono fra le sue carte. Dove, però, della amicizia con letterati del suo tempo restano sicura testimonianza le lettere di Camillo Antona Traversi, Edmondo De Amicis, Angelo de Gu-bernatis, Giannina Milli, Pompeo Molmenti, Ettore Pais, Enrico Panzacchi, Matilde Serao, Pasquale Villari.
Nei fascicoli che raccolgono i ricordi della sua carriera universitaria, politica e militare, i diplomi delle sue onorificenze italiane e straniere, prende un posto preminente la laurea ad honorem che gli fu concessa a Edimburgo nel 1905.
Documento umano, che supera tutti gli altri per valore psicologico e morale, la corrispondenza familiare con i figli, con Pasquale Stanislao Man-cini e con la moglie.
E delle carte di quest'ultima che ora vogliamo parlare; della figlia primogenita e prediletta, di colei che aveva saputo, col suo ingegno, che tanto assomigliava a quello della madre, far sentire meno acerbo il distacco da Laura Beatrice Mancini Oliva, la gentile poetessa e la patriota che aveva condiviso gli anni difficili, ma non aveva potuto vedere le ultime tappe della ascesa del marito; della protagonista di Impressioni e ricordi, prezioso volume del quale ci resta l'autografo. I suoi doveri di sorella, di figlia, di sposa, non tolsero a Grazia Mancini il piacere di scrivere novelle, romanzi, commedie, che sono viva testimonianza di quello che fu un certo gusto letterario della fine dell'800 e del principio del '900. Diamo i titoli di alcuni scritti dei quali abbiamo la stesura originale e spesso il testo a stampa e le recensioni. Tra i romanzi e le novelle: Beatrice, Scene dall'esilio, Due storie, Uxoricidio, Un capriccio di donna. Ritratti, Sul Tevere, Nella, Dalla finestra, Alla vigilia, Artistes nomades; tra le commedie: La donna di ieri e quella di oggi, Carolina Foschi, Amore e dovere. Era lui, I pretendenti di Giulia, L'ultima fata, In provincia. Una festa da ballo, Ricchezza nuova.
Logico che questa attività portasse, nel villino sempre accogliente di Via Magenta a Roma, accanto agli amici del padre e del marito, anche gli scrittori che trovavano più corrispondenza con la padrona di casa. Tra questi possiamo citare solo quelli elio ci hanno lasciato una traccia scritta della loro dimestichezza con i Pierautoni Mancini: Camillo Auto uà Traversi, Anton Giulio Barrili, Ernesto Biondi, Ersilia Cactani Lovatelli, Giovanni Camerana, Luigi Capuana, Giovanni Cena, Vittorio Chiarini, Giuseppe Cim bah, Grazia Dcledda, Gemma Ferruggia, Antonio Fogazzaro, G. T. Cimino, Luigia Cogliati, Raffaello Giovagnoli, Domenico Gnoli, Arturo Grafi Dora