Rassegna storica del Risorgimento

PIERANTONI (FAMIGLIA) ; ROMA ; MUSEI
anno <1954>   pagina <108>
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Emilia Morelli
MeWari, Gianna Milli, Enrico Panzacchi, Riccardo Casteiveccluo, Onorato Roux, Matilde Serao, Fanny Zampini Salazar. E, fra gli stranieri, Jufcette Adam, clic pubblicherà novelle e articoli di Grazia Pierantom, cosi come Gòran Bjorkinan ne tradurrà le poesie in svedese; il barone di Tourtoulon e Jacques Boncompain della Revue da monde lattiti Auguste Boycr, C. Coi-quet, J. Girardin, B. Wolowski, per citare alcuni nomi fra i molti che si accompagnano ai vecchi amici del padre e del marito: Adeodato Bonasi, Paolo Boselli, Francesco De Sanctis (le lettere sono parzialmente edite in Impres­sioni e ricordi), Giuseppe Ferrari, Guido Fusinato, Ferdinando Gabotto, An­tonio Gallcnga, Emanuele Gianturco, Domenico Giuriati, David Levi, Jacopo Moieschott (il medico di famiglia), Nicola Nisco, Giuseppe ZanardelIL Adele Savio e Ermellina Dandolo rappresentano un'altra parte della vita di Grazia, quella politica; quella che accanto a Impressioni e ricordi, la porterà a scri­vere del 1848-49 (nella Nuova Antologia del 1898) e a difendere con dolce energia il padre, come fu nella polemica con Francesco Crispi.
Il 28 giugno 1884, discutendosi alla Camera la politica estera, Crispi attaccò Mancini citando, tra l'altro, una sua poesia giovanile, che aveva già provocato ima polemica nel 1868, quasi a voler dimostrare che il mini­stro degli esteri era stato filo-borbonico. Da Centurano, il 29 giugno, Grazia scriveva al Crispi:
Onorevole Crispi,
Vivo solitaria in campagna con i miei bambini, mentre mio marito è ancora in Roma occupato negli esami universitari. Ogni mattina leggo qualche gazzetta, poi rimango pensosa.
Son donna e amo molto la patria; moltissimo mio padre, e non so cancel­lare dal mio cuore il ricordo di antichi amici e compagni d'esilio; perciò cerco di rimanere estranea alle lotte politiche e di conservare un ideale più alto, dinanzi al quale scompaiono le lotte di partito., le scaramucce parlamentari e riappare immacolata quella bandiera per la quale si è combattuto, e all'ombra della quale si è fatta r Unità d'Italia.
Ma stamane un grido a?indignazione e di dolore mi è sfuggito; mi è sem­brato di assistere col pensiero ad una lotta fratricida, ed ho pianto.
Siete dunque ben mutato, voi che ho conosciuto da fanciulla., che rammento nostro ospite a Torino, amico di quell'angiolo di mia madre, difeso da mio padre da accuse ingiuste, che dovreste rammentarvi per sapere come anche i migliori possono essere sospettati di cose vili! Siete dunque ben mutato se col vostro difensore ed amico vi siete mostrato irruente e crudele!
E quella poesia borbonica a cui avete fatto allusione nel vostro discorso, l'avete mai letta, onorevole Crispi?
Se dal mattino si giudica il giorno, da quel carme di un giovane diciot­tenne, di aristocratica famiglia, allevato nel rispetto de' regnanti, ma già pieno di nobili aspirazioni, che osa parlare ad un re di libertà e di patria in una epoca m cui pochi sapevano il senso di queste parole, vi è il germe della nobile
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