Rassegna storica del Risorgimento
PIERANTONI (FAMIGLIA) ; ROMA ; MUSEI
anno
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1954
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pagina
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120
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Libri e periodici
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SLto dalla reazione, sia pure con motivi divori, alla sopravvivenza di un roteiamo bolso e lagrimoso. Una nipote, giovanissima, del Francesco*, Bianca Lina Anti, ai era accinta, con devoto fervore, ad illustrare, nelle persone e nel e circostanze, l'internante carteggio; ma la morte crudele tronco ajnezzo la nobile fatica della soave e sventurata creatura. Il lavoro esce ora postumo a cura dei genitori inconsolabili, presentato con calde parole da Antonio Scolari. Poiché ella non potè darvi l'ultima mano è facile riscontrarvi qualche menda formale che sarebbe indubbiamente scomparsa dopo mia diligente revisione, qua e fi qualche apprezzamento soverchiamente lusinghiero e qualche trascuranza bibliografica; ma, neUnsierae, vi è vivezza e freschezza di espressione e vi son notazioni chiare e per lo più acute: segno di una mente agile e costruttiva che avrebbe con gli anni lasciato di certo, negli studi, una traccia non trascurabile. Le pagine più felici dell'elegante volumetto, adorno di una ricca riproduzione documentaria, son quelle dedicate ai due poeti delle piccole verità >: Vittorio Betteloni e G. L. Patuzzi. Quasi coetanei, si eran fatti amiconi al Collegio Vescovile di Verona e l'amicizia non venne mai meno né per la diversità della vita sociale né per invidia di mestiere né per dispetti amorosi, perchè era amicizia vera e buona che sgorgava dal cuore. Entrambi anime aperte ai sogni e alla poesia, avevan composto, ancor giovinetti, odi e carmi con un sospiroso poetare all'AIcardi, sollecitati dall'Aleardi stesso che entrambi conosceva e che di entrambi aveva scoperto le promettenti attitudini letterarie. Ed egli aveva caro sovrattutto il Betteloni, perchè il di lui padre, poeta lui pure romantico di un romanticismo fasciato di angoscia, glielo aveva caldamente raccomandato prima di torsi la vita, non ancora cinquantenne, per liberarsi da una terribile emicrania, sintomo di una nevrastenia incurabile. Peraltro, lasciata Verona per Milano il Patuzzi, costretto da motivi politici, (a Milano conobbe, tra gli altri, il Praga, il Boito e il Tarchetti) e per Milano prima e poi per Torino e per Pisa per studiarvi leggi il Betteloni, sentirono essi l'influenza della scuola verista sorta da poco, e lo loro musa si avviò per vie nuove con grande scandalo e con gran dolore déH'Alcardi, che per ben otto anni tolse il salato al suo protetto. Ma, animo profondamente buono e generoso, fini per rappattumarsi con i due amici, anzi, confessò candidamente di aver forse, lui, sbagliato la strada. É però opportuno ricordare che il primo volume di versi del Bette-Ioni < In primavera *, che raccoglieva i tre canzonieri di tre omori, non piacque dapprima né a Verona né altrove: a Milano, ad esempio, sollevò vivaci discussioni; si disse che non era poesia ma prosacela, che all'infuori di qualche sonetto tutto era brutto e noioso; non forma, non sentimento. Ma il canzoniere successivo Piccolo mondo, uscito nel 1870, s'impose: quella poesia domestica e
*r/O.mncesorrisp0ndcva aI ** <** cominciava ormai a diffondersi per gli sdilinquimenti e per le vuote scenografie Anche il Pannai si era di già fatto conoscere per alcune *
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