Rassegna storica del Risorgimento
PIERANTONI (FAMIGLIA) ; ROMA ; MUSEI
anno
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1954
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pagina
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121
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Libri, e periodici 121
non vi è nei suoi versi (molti uè scrisse) notevole originalità, ma vi è garbo e grazia e vi son anche, spesso, toni efficaci, come giustamente giudicò il Croce che lo tolse dall'immeritato oblio discorrendo di lui nel Y volume della sua Letteratura della nuova Italia .
Tornato il Patuzzi nel '71 nella sua città natale, vincitore del concorso per la cattedra di storia e geografìa all'istituto tecnico provinciale, si ricostituì a "Verona il cenacolo letterario già capeggiato dal Betteloni: vi parteciparono, tra gli altri, oltre il Patuzzi, Giuseppe Fraccaroli, Carlo Gargiolli, Carlo Faccioli, veronesi noli anche fuor delle mura cittadine per la loro vasta dottrina. E vi si aggiungeva talvolta il Rovetta a darvi un tono di innato buonumore:; e vi andò, di poi, il Carducci, che a Verona capitava spesso per incontrarsi con Lina Cristo-fori Piva, la donna che egli amò più profondamente di ogni altra. Fu per l'appunto la Piva, che il Betteloni conosceva assai bene (si malignò pure di un nuovo sentimento di lei verso il poeta di Verona qnando per Giosuè la bella Lina stava diventando solo più il ricordo di un sogno vissuto) a presentarlo al Carducci, che cominciò ad averlo caro, ne lodò, come ognun so, i versi dimessi , ma non di maniera e non di derivazione simulata, ne frequentò la casa e si compiacque anche della domestica freschezza di donna Silvia. E il Carducci ebbe pur stima del Patuzzi poeta e ammirò la di lui intelligente signora, cui dedicò un'odicina improvvisata, i buoni occhi e la virtù gentile .
Nel 1880 uscirono a Bologna, per i tipi dello Zanichelli, i Nuovi versi del Betteloni con una prefazione del Carducci: si accrebbe così la fama del poeta veronese; ma a poco a poco si andò dilegnando la sua tenue vena. E piena coscienza ne ebbe egli stesso : di fatti, alcuni anni dopo, alla richiesta cortese del Francesconi di collaborare aA un numero unico a scopo di beneficenza rispondeva con doloroso senso di scoraggiamento: La prego di perdonarmi e di farmi perdonare dai suoi bravi compagni, ma io da qualche anno a questa parte non faccio più nulla né farò più nulla per l'avvenire. Lo scrivere dei versi mediocri, come ho fatto sempre io, è tempo perso; ma, tanto tanto in gioventù può essere perdonato. Non mi sarebbe perdonato né certo me lo perdonerei io adesso che non sono più giovane. Nobili parole di un nobilissimo cuore Ma, a dire il vero, non lasciò il Betteloni la penna: scrisse negli ultimi anni della vita alcune opere di varia umanità, raccolte postume nel 1914, e che il Bonfantini ha riunite nel HI volume delle Opere complete da lui edite, precedute da un eccellente eaggio critico. Sono impressioni e ricordi autobiografici (di essi non fa punto cenno la Anti) che rivelano una mirabile saggezza e un'esperienza maturata e limpidissima.
Notìzie in parte nuove, non inutili a sapersi dagli studiosi di storia letteraria, ci dà l'A. intorno a due altri poeti, contemporanei ai precedenti le cui opere son a molti oggi quasi sconosciute, benché il Croce li abbia richiamati in onore soprattutto come testimonianza, nella seconda metà dell'800, di particolari disposizioni d'animo individuali e sociali. Il primo d'essi, Domenico Milellì, calabrese di nascita, girovago per necessità e per tendenza, fu forse il migliore dei poeti giovani che verso il 1880 o giù di li si movevano come farfalle attorno alla luce abbagliante del Carducci. E carducciano si professò dopo essere passato attraverso la poesia del Costanzo, del Praga e del Tarchetti; ma in realtà non sapeva obbedire a nessuno né sapeva amare alcuno: era un'anima chiusa che (dice fissai bene l'A.) della vita conosceva la tristezza e la miseria, ma non l'amicizia e la virtù. La raccolta delle sue prime rime: In giovinezza, del 1873, incontrò subito fortuna. Il Barbimi, convinto di aver rivelato al mondo attonito un nuovo vate, trovava nello sua poesia un'onda di torrente in cui si riflettono gli iridi e ! lampi di Heine e di Alfredo Do Musset. Seguirono nel 1883 11 Canzoniere, nel 1884 Le Rime e più tardi un'altra raccolto Dlscerpta. inferiore però di molto alle precedenti. Anche il Francesconi, cri-