Rassegna storica del Risorgimento
PIERANTONI (FAMIGLIA) ; ROMA ; MUSEI
anno
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1954
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pagina
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126
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X26 Libri e periodici
e la borghesia, il colo operoso e illnmfaioto economicamente pl collaudate e omogenee e sostenute da una dinastia che sapeva accoppiare audacia a scaltrezza, avevano pienamente assorbito l'ideale liberale, in mi si fondevano aspirazioni e interessi di vasti strati sociali, a Napoli la debolezze e l'eterogeneità di quanti sostenevano quello stesso ideale non affidavano del domani. Stati regionali, il sordo o il napoletano, ma quello capace di varcare i limiti d'una simile condizione: onesto, no; il primo pronto e disposto a superare, arricchendola, la propria tradizione, a utilizzare ogni forza, non esclusa la stessa rivoluzione, per diventare lo Stato italiano; l'altro impotente a spezzare le vecchio barriere del regime assoluto e del complesso regionalistico. Il risultato finale non poteva esser dubbio; tanto più che al Piemonte, come è detto felicemente in una bella pagina dei postumi Saggi sul Risorgimento ed altri scritti di Nello Rosselli (Torino, Einaudi, 1946, p. 269), qualunque alimento, sembra, gli si trasforma in muscoli e in sangue, gli rinforza le ossa. E specialmente, si può aggiungere, gli errori degli altri.
Questo momento quarantottesco, che possiamo considerare uno dei veramente cruciali nei rapporti tra Torino e Napoli durante la fase risolutiva del Risorgimento, trova ampio e notevole inquadramento in due grossi volumi documentari di recente apparsi in America a cura di uno studioso altamente benemerito della storiografia risorgimentale e di un audace editore italo-americano, del quale proprio in questi ultimi tempi Giuseppe Prezzolali ha tracciato un assai suggestivo ritratto, il Ragusa (G. PREZZOLI NI, Vitaliano inutile; Milano, Longanesi e C, 1954, pp. 315-322). Da oltre un ventennio Howard R. Marraro, della Columbia University di New York, della quale quest'anno si celebra il secondo centenario, ha consacrato grandissima parte della propria attività a rintracciare e a pubblicare i documenti riguardanti le relazioni tra gli Stati Uniti e l'Italia nell'Ottocento.
Il Marraro, l'anno scorso ospite gradito delle maggiori università italiane e del nostro Congresso di Firenze, era già noto per l'eccellente saggio sull'atteggiamento dell'opinione pubblica americana di fronte al Risorgimento italiano (American opinion on the unification of Italy, 1848-1861, New York, Columbia University Press, 1932) e per una copiosissima serie di articoli su episodi, figure e' aspetti particolari dei rapporti tra i due paesi. In questi ultimi tempi egli ha raccolto in uno dei Quaderni della Scuola di storia del Risorgimento dell'Università di Roma le dodici conferenze che su tali rapporti ha tenuto in Italia, accompagnandole con una preziosa appendice di poesie americane (Relazioni fra l'Italia e gli Stati Uniti, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1954). Già L. F. Stock con i dispacci dei rappresentanti diplomatici e consolari degli Stati Uniti à Roma, pubblicati a Washington nel 1933 e nel 1945 (Rassegna, a. XXXIX (1952), pp. 87-90), aveva largamente contribuito a farci meglio conoscere come la mentalità americana avesse reagito, soprattutto dopo la istituzione di una Legazione a Roma nel "48, nei riguardi delle gravi questioni suscitate dal conflitto tra l'idea liberale e nazionale e il potere temporale dei Papi. Oggi i due poderosi volumi del Marraro, preceduti da uno informatissima introduzione generale sulle relazioni tra la repubblica delle stars ani strìpes e gli antichi Stati italiani fino al ristabilimento dei regolari rapporti diplomatici dopo la fine della seconda guerra mondiale e corredati da un utilissimo contributo di note e di indici, ci offrono le corrispondenze scambiate dai tredici rappresentanti americani a Napoli con il proprio governo e con le autorità borboniche e quelle dei diplomatici napoletani con Washington dall'indomani della catastrofe muratiana alla caduta della dinastia borbonica, in quel magico settembre in cui Charles Eliot Norton esaltava all'amico A. a Clough: the newbirth of Italy is already the grondo* ovent of the ino-dcrn pcrìod. It givea ne fttuih hopc for the future...*.