Rassegna storica del Risorgimento

PIERANTONI (FAMIGLIA) ; ROMA ; MUSEI
anno <1954>   pagina <131>
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Libri e perioditi 131
del nostro Risorgimento. E c'è da augurarsi che presto anche i rapporti di Washington con Torino e Firenze possano giovarsi di una documentazione della stessa ricchezza e qualità di quella che Howard R. Marraro ha messo a nostra disposizione per il Regno borbonico. AMG
PIETRO MORAI.DK Giuseppe Spada storico della Rivoluzione romana (Quaderni del Risorgimento, 5); Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1953, in 8, pp. 102. L.200.
Questo libro di Pietro Moraldi invita alla conoscenza più attenta di una parte della storiografia italiana dell'Ottocento, quasi ignorata oggi anche dagli spe­cialisti. Parlo della storiografia dei vinti. Gli storici antirivoluzionari, legittimisti e clericali, mancavano spesso di pensiero originale e vigoroso, ma andrebbero studiati e consultati, non solo per il valore informativo delle loro opere, non di rado ben documentate, ma anche per definire il carattere delle varie correnti conservatrici che si opposero alla rivoluzione liberale e unitaria. Si devono, perciò, estendere gli studi iniziati per la Restaurazione anche al mondo reazionario e clericale dell'ultimo Ottocento e si vedrà allora come scritti ed opere nati in quell'ambiente non furono senza conseguenze, ni senza efficacia allora e nei decenni che seguirono, nel nostro secolo.
Utile è, quindi, la pubblicazione di un libro che tracci la biografia ed analizzi le opere edite e inedite del maggiore storico reazionario di Roma nell'Ottocento. Ricerca ed esposizione sono state Curate dal Moraldi con impegno e serietà filologica. Si svolge in queste pagine nn'ampia indagine sui princìpi, le opinioni ed. i miti che guidarono lo scrittore nella ricerca, sui metodi e gli strumenti di questa.
L'attenta lettura delle opere inedite dello Spada (La difesa dei Romani, la Cronaca degli avvenimenti che ebbero luogo in Roma e negli Stati Pontivci dal 16 giugno 1846 air 8 febbraio 1849', il Sommario, il Catalogo detta Collezione Spada) permettono all'autore di chiarire la personalità di questo significativo espo­nente della reazione politica, e di spiegare molti aspetti della sua opera maggiore, la Storia della rivoluzione di Roma e della restaurazione del governo pontificio dal 1" giugno 1846 al 15 luglio 1849, pubblicata postuma dal figlio Alessandro nel 1878.
Lo studio del Moraldi conferma i caratteri, parzialmente noti, della figura e dell'opera di Giuseppe Spada: la sua onestà personale che si riflette positivamente negli scritti che ne acquistano serietà ed utilità; la misura certo modesta del suo ingegno; la passione politico-religiosa, non sempre frenata dalla serenità del cro­nista; il tono decisamente conservatore della sua incomprensione ed opposizione al liberalismo nazionale.
Opportuna sarebbe stata, in un'opera di storia della storiografia, una mag­giore chiarezza metodologica (fuori luogo, ad esempio, a p. 37, il richiamo a Benedetto Croce); e ancora: una meno estesa esposizione dell'opera già nota dello Spada; una minore confusione tra neoguelfismo e guelfismo di antico stampo (qui è uno dei più interessanti aspetti della storiografia clcrico-rcazionaria}'; una maggiore vigilanza die evitasse espressioni ingenue o inesatte (si parlo, o pag. 46, di un De Sivo che avrebbe trascorso tutto la vita fra le cospirazioni al solo fine del rinnovamento d'Italia).
certo utile la descrizione qui pubblicata dei manoscritti inediti dello Spada e della raccolta dì libri e giornali conservata ora nell'Archivio segreto vaticano. Interessanti sono anche molte notizie offerteci dal Moraldi (sulla collaborazione, ad esempio, fornita allo Spada da Giacinto De Sivo con un. vivace e maligno ritratto di Carlo Pisacane; p. 60J. Una bibliografia ragionata, che si può ritenere completa, chiude il volume. FAUSTO FONZI