Rassegna storica del Risorgimento

PIERANTONI (FAMIGLIA) ; ROMA ; MUSEI
anno <1954>   pagina <132>
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32 Libri e periodici
G. ScicHitONB, Documenti sulla storia della Sicilia dal 1860 al 1870 <Qdf1 Risorgimento, n. 4); Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1952, in 8 pp. 258. L. 1600.
Dopo gli olirmi lavori d'insieme che studiosi di vaglia, e opratalo il Romeo, fon dedicato alla storia dei Risorgimento in Sicilia, si sente più vivo il desiderio di eri lavori sul periodo post-unitario: ma si tratta di partire da molti documenti ancora inesplorati se non altro delle sedi di prefettura - - perchè soltanto in tal modo si può giungere al quadro d'insieme. Il vecchio libro di Leopoldo Franchetti e di Sidney Sonnino sulle condizioni politiche ed amministrative della Sicilia nel 1876 va pure rispolverato, rinnovato anzi, se possibile, con nuovi sludn, giovandosi ugualmente della relazione coeva del Lorenzo, pubblicata nella pubblica inchiesta sulle condizioni dei contadini nelle Provincie meridionali.
li primo passo lo ha fatto Giuseppe Scichilone, dandoci questa preziosa raccolta di documenti per il decennio 1860-1870: e PA. la considera appunto come una premessa per uno studio sulle condizioni dell'isola sotto il governo della Destra, che egli ha in animo di svolgere.
Gli archivi dai quali l'A. ha tratto il materiale documentario da lui edito sono quelli di Palermo, di Roma e di Firenze: ma giova sottolineare ch'egli ha dovuto operare una scélta, e darci solo ciò che pareva più importante. Ora, è evidente che qualsiasi criterio di scelta può esser discusso, e che soltanto chi ripercorra la strada percorsa faticosamente dal raccoglitore fra i molti inediti dei suaccennati archivi può dirsi in grado di valutare positivamente o negativa­mente tal criterio. Forse, ragioni editoriali hanno impedito l'A. di darci almeno dei regesti dei documenti che doveva lasciare in disparte: in ogni caso se ne rimpiange l'assenza, e si potrebbe notare che nella stessa introduzione, contenuta entro limiti volutamente modesti (pp. 7-52), c'era forse modo di fornire dei cenni sui documenti che non si potevano pubblicare. D'altra parte, è peccato che l'A.. abbia trascurato di utilizzare le carte della Luogotenenza conservate nell'Ar­chivio di Stato di Torino. Perchè non supplire alla lacuna con un secondo volu­metto, che potrebbe anche arricchirsi di carteggi e memoriali sulla Sicilia conservati nell'Archivio Ricasoli di Brolio, presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, fra le carte Minghetti a Bologna, e fra quelle Mordini a Barga?
Per valutare l'opportunità di questa integrazione basterebbe ricordare l'ac­cenno ad un viaggio di Ubaldino Peruzzi in Sicilia, che si trova in un'anonima relazione sulle condizioni dello spirito pubblico in Sicilia orientale, senza data, ma giustamente situata dallo S. fra l'ottobre e il novembre del '61 (Introd., p. 21, e Doc n. 22, p. 104 e segg.) : se l'anonimo deplora che il Peruzzi non abbia potuto esercitare alcuna influenza, per essersi troppo brevemente soffermato nell'isola, noi possiamo constatare, ricorrendo ai carteggi inediti dell'archivio Ricasoli, che il Peruzzi inviava all'amico, allora gravato delle supreme respon­sabilità governative, osservazioni assai acute sulla situazione, sui bisogni dell'isola. Fra i carteggi ricasoliani si trovano pure varie lettere e memoriali di Diomede Pantaleoni: ma il più. importante, in questo caso, è senz'altro quello edito dallo S. (Doc. n. 20, p. 92 e segg.), che costituisce pure uno dei più, bei pezzi della raccolta. Ci sarebbe anzi da riflettere alquanto sul contenuto e sul tono del lun-gliissimo rapporto, che lo stesso S. riassume e giudico favorevolmente nella sua introduzione (p. 15 e segg.). U merito del Pantaleoni consiste, fra l'altro, nel liberarsi dal pragmatismo spicciolo dei funzionarli che non vedono al di là delle questioni contingenti dell'amministrazione, che sono dominati solo dall'esi­genza di far rispettare l'ordine pubblico.
Non possiamo tuttavia dimenticare che la Sicilia conobbe, fra molti funzionarti incili od inclini a sistemi autòritàrii dWministrazione, un uomo della tempra dì un Giacomo Medici, capace di sguardi assai acuti, e di una più seria impo.