Rassegna storica del Risorgimento
PIERANTONI (FAMIGLIA) ; ROMA ; MUSEI
anno
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1954
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pagina
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135
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Libri e periodici 135
dignità di ciascuno. Qfepu? MSfcft? Illusioni? IVeferltinij* perchè più umana, la parola speranza che lo condusse a Digiuni- in difesa di quella liberta che non conosce, àmie 1. scriveva, nò confini né razze.
Non si può parlari? evidentemente di un pensiero politico ili (Giorgio IIII-briani, compiutamente espresso, ma di elementi sebbene sparsi, precisi, sufficienti a caratterizzarlo. Cosi la prevalenza decisamente affermata della questione sociale nei riguardi di quella politica, ci illumina sui suoi rapporti col mazzinianestmo ine permane in lui come intransigente posizione morale e come terminologia. Cosi il suo < internazionalismo divenne fede ch'egli attestò con la vita prima dì averne potuto, data la sua giovanissima età (cadde, a 23 anni, a Digione) specificare e fissare concettualmente il carattere. GIUSEPPE TALAMO
LAMBERTO BORGHI, Educazione e autorità neWItalia moderna; Firenze, la Nuova Italia, [s. d.], in 8, pp. X-342. L. 1800.
Con sincera passione, cui si aggiunge un vivace acume critico, Lamberto Borghi, nell'esaminare tutti gli elementi che hanno contribuito alla evoluzione ed alla involuzione del popolo italiano, analizza esaurientemente quel complesso contrasto ideologico, che è insieme economico, sociale e politico, e che, già latente ali inizio del secolo XIX, finirà con il differenziare le diverse correnti della borghesia italiana che, dopo aver contribuito, nonostante l'indifferenza popolare, alla formazione del nuovo regno, si trovarono di fronte alle difficoltà di reggere le sorti della nazione.
Nella prima fase formativa del Risorgimento, quando questo contrasto, sebbene sostanzialmente profondo, non era ancora manifesto, non mancarono, accanto alle forze laiche, cattolici illuminati i quali si sforzarono di conciliare interessi tra loro contrastanti, consigliando di convergere sul Pontefice tutte le aspirazioni unitarie.
A questo programma però si oppongono non soltanto liberali della estrema sinistra, ma anche le condizioni politico-sociali dello Stato pontificio. Infatti perchè le forze liberali moderate possano guardare al pontefice come all'eventuale fautore e realizzatore dell'unità italiana occorrerebbero profonde e radicali riforme dirette a superare le condizioni interne di quello Stato ove il laico è posto in una situazione di inferiorità morale, politica e sociale di fronte alla classe dirigente, custode gelosa dei propri privilegi.
La assunzione del cardinale Mastai al pontificato infonde nuove speranze nella borghesia italiana. Ben presto però ci sì accorge che la Chiesa non vuole rinunziare alla sua politica tradizionale, i cui interessi sono sostanzialmente inconciliabili con il liberalismo laico.
Dopo le dimissioni di Marco Minghetti ed i tentativi di Terenzio Mamiani, Pellegrino Rossi ancora si illude di poter conciliare gli interessi della Chiesa con quelli della borghesia liberale. Ma dopo l'attentato in cui trovò la morte il Rossi, Pio IX si schiera decisamente contro le aspirazioni liberali.
Rifiutandosi di trattare con il governo piemontese, il pontefice afferma la inconciliabilità di un regime costituzionale con il governo della Chiesa in quanto la libertà di stampa, di associazione e di pensiero minerebbero, secondo il pensiero cattolico, l'autorità dello Stato, e dichiara la sua ferma intenzione di non mantenere più in vita lo statuto.
La Chiesa ritorna, quindi, dopo brevissima parentesi, sulle suo antichi? posizioni e, opponendosi alla lotta che le forze laiche conducono per la conquista.