Rassegna storica del Risorgimento

ALTO ADIGE ; BIBLIOGRAFIA ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; TRENTINO
anno <1954>   pagina <834>
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834 Uno qualunque
dell'Alto Adige, onde non ne risulti giudizio sul diritto che avessero l'Austria e i Tedeschi sul Trentino e quello che abbiano avuto gli Italiani coll'annes-sione dell'Alto Adige ? A scopo di creare una coscienza regionale ? Per ora, non è che un documento che prova: per creare una Coscienza regionale, da noi è necessario non solo cancellare la Coscienza nazionale ma il fondamento della coscienza di cittadino civile e del senso comune... .
Scriveva nel 1924 Dino Provenza 1 in un arguto articolo, apparso in L'Italia Letteraria (n. 5), come, una volta, un Ministro della F. I. abbia vo­luto vedere quel che c'era dentro certi famosissimi libri di testo e come avesse incaricato una Commissione di leggerli, di studiare e di riferire. . La Commissione scrive sempre il P. -, ha letto e ha riso: ba raccontato e fatto ridere. Ettore Janni ha raccolto le più marchiane corbellerie per il Corriere, cosi Maria Pascolato per il Giornale d'Italia, l'austero Lombardo-Radice ba com­posto una ghirlanda di spropositi in una pagina amena della sua grave Educa' sione Nazionale e Pietro Calamandrei ha empito di gioconda meraviglia il pubblico, tenendo una conferenza ** Come si scrìve... la storia nei testi per le scuole elementari,, . E prosegue, affermando come un libro per dette scuole sia quasi sempre un'opera enciclopedica che per fare o ci vuole una grande scienza o una somma ignoranza o una sicurezza basata sopra la cultura vera o una faccia tosta di quelle che ci rimbalzano sopra gli scudi. E poiché i grandi .scienziati non scrivono libri per le scuole elementari il resto s'indovina... .
Lontano da noi di fare, con questa citazione, un qualsiasi riferimento al caso Betta, uomo di cultura, ma la citazione ci è parsa opportuna per dimostrare come il Provenzal, ben noto per profondità e coscienziosità anche nel campo della scuola, giudichi difficilissima la stesura d'un libro per le scuole elementari.
Ma qui più che altro si tratta di storture regionalistiche, e se la eco di tali storture potrà arrivare alla meditazione di chi regge la scuola nazionale sarà compenso confortante all'autore di questi brevi appunti. Che, in un ipo­tetico domani di sconvolgimenti internazionali quod Deus avertat , tali volumi potrebbero costituire essi pure una base per tracciare con un tratto di penna una diversa linea di confine poKtico-linguistico.
Le esperienze non sono poi tanto remote.
UNO QUALUNQUE