Rassegna storica del Risorgimento
VIDAL C?SAR
anno
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1954
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pagina
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855
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Libri e periodici
Ma con la pace di Prcsburgo del 26 dicembre ecco altri mutamenti. Trieste torna all'Austria e per tre anni gode vita, se non del tatto serena, per lo meno, dati i tempi oltremodo difficili, abbastanza prospera e regolata; ma l'Istria ex veneta resta alla Francia ed è destinata ad essere riunita al Regno d'Italia assieme con la Venezia, la Dalmazia e l'Albania. Grandi e notevoli furono i cambiamenti per l'Istria, i quali, investendo le basi stesse della vita pubblica e sociale, annui* larono del tutto l'antico ordinamento amministrativo e introdussero un sistema di governo e una civiltà del tutto nuovi. Il distacco netto dal passato e la brusca assimilazione a forme di vita morale e civile contrarie a costumanze inveterate portarono inevitabilmente con sé disagio e malcontento; e non è da meravigliare se il popolo non comprese l'importanza delle innovazioni introdotte nelle sue terre, né è da meravigliare se gran parte della vecchia aristocrazia paesana rimase in segreto attaccata all'Austria. Però gli intellettuali e i veri democratici, capeggiati questi ultimi dal francofilo Calafati che era stato assunto alla carica di prefetto del Dipartimento, si fecero sinceri ed efficaci sostenitori dei metodi amministrativi instaurati dai Francesi e, sin d'allora, forse, cominciarono ad interessarsi all'idea di una comune patria italiana.
Ma, nel 1809, l'Austria è vinta ancora da Napoleone. Con la pace di Schonbrunn (14 ottobre) son nuovamente riunite Trieste e l'Istria, compresa l'antica Istria austriaca: il momento sarebbe stato davvero felice se Napoleone avesse incorporato, la ricostituita penisola istriana nel Regno italico e non l'avesse immersa, per obbedire a ragioni di indole unicamente militare (in verità egli non ebbe mai a cuore gli interessi degli Italiani), nel crogiuolo delle Provincie illiriche assieme con la Dalmazia, la Corniola, la Carinzia e gran parte della Croazia; un eterogeneo complesso territoriale, abitato da quattro stirpi, l'italiana, la tedesca, la slovena, la croata, diverse tra di loro di lingua, dì storia, di civiltà, di costumi. Non poche furono le sofferenze economiche patite dalle nuove Provincie, soprattutto per la lotta incessante e senza quartiere tra Napoleone e la Gran Bretagna (Trieste subì i danni maggiori) ; ma si deve convenire che la Francia, eccezion fatta dell'eccessivo fiscalismo, vi applicò i suoi procedimenti di governo con tutta la larghezza e modernità di criteri allora concepiti, sicché anche a Trieste, non solo nelle altre città istriane ove già avevan fatto presa le idee innovatrici, molti tra gli intellettuali, tra i professionisti, tra i negozianti, cui non sfuggiva ciò che di fecondo e di razionale vi era negli ordinamenti francesi, si andarono a mano a mano accostando alle direttive politiche e sociali dei conquistatori. E così anche a Trieste, come già nell'Istria, si formarono due partiti, l'austriacante e il franco-italico ; ciò che è necessario non sia dimenticato, perchè, come dice giustamente il Tamaro, gettarono essi il fondamento di lutto il secolo veniente. Infatti dal bonapartismo germinò il fermento animatore dell'agitazione nazionale e delle tendenze separatistiche e unitarie.
Tali, per sommi capi, le alterne e spesso dolorose vicende di Trieste e dell'Istria dalla campagna napoleonica del 1796 olla restaurazione austriaca, dal Quarantotti rievocate con ampiezza di particolari e con dovizia ammirevole di dati informatissimi :é sicuri.
Ma su due punti dell'opera pregevolissima vorrei' richiamare particolarmente l'attenzione del lettore: la ricostruzione della figura del barone Calafati e le belle pagine dedicate a Domenico Rossetti.
Non era un istriano il Calafati né di origine né di nascita, ma portò per l'Istria, che studiò e conobbe a fondo nei suoi pregi e nei suoi difetti, una sincera e profonda affezione. Allo sue alte doti di energia, di fervore, di integrità e di coerenza di carattere si deve in gran parte se, nei quattro anni in cui l'Istria fu unita al Regno d'Italia, le provvidenze del governo francese vi ebbero più che altrove pronta ed efficace applicazione. Per suo speciale interessamento si aprirono nuove strade, si risanarono terreni paludosi, ai rialzarono lo condizioni
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