Rassegna storica del Risorgimento

VIDAL C?SAR
anno <1954>   pagina <865>
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Libri e periodici 865
dì formazione decisamente confessionale, clic mostra cosi di accettare quanto la storiografia liberale è venuta affermando sullo atesso problema, e si pono in con­trasto con la presa di posizione curialista di circa settantanni fa, intesa e riven­dicare come necessario alla esistenza stessa della Chiesa quanto il Graham oggi definisce secondario e superato.
Per queste ragioni, oltre che per l'importanza stessa del lavoro, ricchissimo di documentazione archivistica e bibliografica, riteniamo il contributo del Graham veramente prezioso alla chiarificazione dei problemi successivi alla proclamazione di Roma capitale, problemi che, oggi, la migliore storiografia cattolica affronta adeguandosi ai risultati raggiunti dagli storici laici, accettandone le impostazioni ed aggiungendovi il peso della serietà dei suoi maggiori esponenti.
CABLO GHISA LUERTI
GIOVANNI SPADOLINI, L'opposizione cattolica da Porta Pia al '98; Firenze, Vallecchi, 1954, in 8", pp. YIII-733. L. 1.800.
La letteratura storiografica sul movimento cattolico italiano si è di recente accresciuta per questa pubblicazione di Giovanni Spadolini, il quale ha confer­mato le sue alte qualità di scrittore esponendo, in maniera ampio e chiara, la sua interpretazione delle posizioni e dei motivi dcU'intransigeniismo cattolico italiano.
Settecentotrentatre pagine offrono certo molta materia alla meditazione ed alla critica; è perciò necessario limitare in questa sede Tesarne alla parte prin­cipale del libro, trascurando l'appendice (già pubblicata in Studi Politici e nelle Questioni di storia contemporanea), che pur contiene acuti giudizi ed alcune belle pagine di sintesi.
Spadolini intende narrare la storia dell'opposizione cattolica allo Stato liberale, del laicato intransigente italiano prima del 1898. Questo limite cronologico non è casuale; esso nasce dalla stessa interpretazione generale offerta da questo libro. Secondo lo Spadolini l'Azione Cattolica sorge per riconquistare alla Chiesa l'in­fluenza sociale perduta con l'unificazione italiana e raggiunge il suo obiettivo ad opera di clericali e e socialisti teocratici >, nonostante i tentativi di riscossa del liberalismo risorgimentale: il 1898 vede l'ultima controffensiva laica, e, in Budini, l'estremo rappresentante politico del liberalismo, perchè le ultime posi­zioni risorgimentali saranno inutilmente difese da uomini di cultura come Ruffini, Scaduto e Albertini. Il 1898 non segnerebbe quindi una tappa in un più ampio sviluppo del movimento cattolico, ma sarebbe invece il termine ultimo, vittorioso, di una revanclie, politica, del clericalismo, che era stato battuto da Cavour e da Scila. In realtà, questa è solo una storia parziale del conflitto fra il clericalismo intransigente dei vecchi dirigenti del l'Opera dei Congressi e la tradizione del più rigido liberalismo ottocentesco.
Cinque anni or sono fu iniziata la critica ad una tradizione storiografica che ignorava l'esistenza, prima del 1898, di un movimento cattolico intransigente. A chi ne proponeva lo studio fu risposto che il tema non richiedeva attenzione maggiore di tutti quelli attinenti, alla storia del Regno d'Italia. Ma, negli anni successivi, la critica a quella tradizione è stata accettata e svolta, ed i volumi e i saggi sull'argomento si sono moltiplicati, non solo, come è stato detto, per i problemi suscitati dolio posizione politica dei cattolici nell'Italia di oggi, ma anche perchè l'approfondita conoscenza della storia sociale dell'Italia moderna, promossa dalle più giovani correnti storiografiche, non poteva non imbattersi nella realtà dell'ultroneigentiarno cattolico, non poteva sfuggire i problemi relativi ad essa. A questa corrente di studi, che tende, però, oggi, a sopravvalutare l'intransigcntisnio e l'Opera dei Congressi, non si oppone certo, apparentemente, lo Spadolini, che non tenta qui una difesa delle antiche posizioni (nazionalìstiche, liberali o cleri-