Rassegna storica del Risorgimento

VIDAL C?SAR
anno <1954>   pagina <867>
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Libri e periodici
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quella originario (ma anello la pagina di Vercelli, dulia quale è tolta la cita* zimu non giustifica l'errata lettura).
Le vere l'onti di questa ricostruzione (sulle quali è fondata gran parte delle informazioni e delle convinzioni dello Spadolini) possono quasi ridursi a due: la collezione della Civiltà Cattolica e quella degli Atti dei Congressi Cattolici Italiani. Ebbene queste fonti sono, da sole, del tutto insù/Scienti a comprendere dall'interno la storia del laicato' cattolico italiano; sfugge al lettore di esse la parte più intimo, drammatica e spontanea dì quel movimento nazionale.
La Civiltà Cattolica non esprime il pensiero del laicato cattolico italiano, anche se ha sempre esercitato una certa influenza sn di esso. Tutti sonno che cosa aia e che cosa rappresenti da un secolo quella rivista scritta esclusivamente da reli­giosi, sensibili a motivi ed ispirazioni che certamente superano le preoccupazioni e gli interessi limitati e immediati di quel laicato. Le annoto dell'autorevole rivista dei gesuiti romani sono certo interessantissime ed utili anche allo storico; ma scrivere: i cattolici italiani dicevano..., i cattolici italiani pensavano... e poi citare quasi sempre la Civiltà Cattolica mi sembra pericoloso e metodologicamente errato. Non si può, ad esempio, esaminare... la posizione dei cattolici all'indomani dei fatti di maggio , sulla sola scorta del periodico di via Ripetta.
Per ciò che riguarda gli Atti dei Congressi si deve notare che molte voci dello stesso intransigentismo non vi giungevano. La maggior parte dei cattolici non partecipava, né era rappresentata, a quei convegni di carattere aulico, ufficiale, apologetico. La retorica e l'entusiasmo dominavano i discorsi, nei quali ai tendeva ad esaltare l'opera compiuto, ad insistere sui motivi che univano più che su quelli, più precisi, che potevano dividere. Più significativi erano, certamente, gli incontri ed i convegni minori che fiorivano tra i partecipanti ai margini dello adunanze ufficiali; ma questi aspetti, più interessanti per lo storico, che vuol cogliere i mutamenti e i contrasti, non figurano certo in quegli Atti. I dissensi che pur si verificavano nelle assemblee generali scomparivano poi all'atto della pubblicazione, che tendeva ad offrire: l'impressione di unanimità generale sulla linea, natural­mente, voluta dal gruppo dirigente.
Aver letto ed esposto, con intelligenza e chiarezza, il contenuto delle annate della Civiltà Cattolica e degli Atti è senza dubbio non lieve merito dello Spadolini; ma è certo che tale lettura non basta a dare un quadro organico della vita del cattolicesimo in Italia, dopo il Risorgimento o neppure a ricostruire gli sviluppi, le crisi, le trasformazioni, del laicato cattolico dopo l'unità . La storia del movimento cattolico non è un concerto a due voci; qui sembra, addirittura, a volte, di ascoltare una voce sola, quando il pensiero del padre Zecchi coincide con quello del conte PaganuzzL
Se la fedeltà' ai testi, che vengono generalmente riassunti o parafrasati senza grevi deformazioni, costituisce un pregio di questo volume, lo stesso atteggiamento, adottato nei riguardi degli studi, delle interpretazioni e dei giudizi storici già espressi (ad esempio: la frase L'antica protesta dei duca Proto di Maddaloni, òi Vito D'Ondcs Reggio e dello stesso Giacomo Savarese si colora di un più. con­creto significato sociale con Gennaro Avolio e con Luigi Sturzo diventa Vecchia tradizione: che risaliva al duca Proto di Maddaloni, a Vito D'Ondcs Reggio, a Giacomo Savarese. Ma tradizione che oggi si rinnovava attraverso l'opera di Gen­naro Avolio, clic l'arricchiva di un contenuto sociale e preparava la via a Luigi Sturbo) può dar luogo a gravi contraddizioni quando si accolgono e si accettano nello stesso tempo interpretazioni diverse ed opposte. Cosi, per fare un esempio, non si può parlare, a pag. 485, dell* intimo compiacimento per la cessazione dell'0ssert;afore Cattolico del capo della destra ambrosiana, il filosofo Gaetano Negri , quando si è sempre sostenuto che le consorteria moderate , le clien­tele locali tentarono in ogni modo di salvare i clericali dalla furia zanardelliana, quando si è scritto, a pag. 477, che Gaetano Negri e: àfci consorti volevano solo