Rassegna storica del Risorgimento
VIDAL C?SAR
anno
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1954
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pagina
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869
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Libri e periodici 869
montale, ricuperare le tradizionali posizioni d'influenza, compromesse o distrailo dall'unità...). II movimento cattolico tenderebbe, quindi, alla conquista politica dello Stato, a vincere le resistenze degli sfortunati epigoni del liberalismo cavouriano; l'ultimo serio tentativo sarebbe quello del 1898; poi Io politica gio-littiana avrebbe aperto le porte alla penetrazione cattolica, alia vittoria (lontana, ma già prevedibile) sulla monarchia giacobina della repubblica dei socialisti teocratici.
L'interpretazione data dal De Rosa agli avvenimenti del 1898 è qui estesa, con maggiore coerenza, a tutto il trentennio e viene ripresa in pieno dallo Spadolini, che l'accetta e l'allarga, inserendo l'opera di Budini e dei repressori del '98 in un vasto movimento di libertà} che, a suo giudizio, tentò resistere contemporaneamente alla reazione cattolica ed alla rivoluzione rossa e volle opporsi a tutti i nemici dei valori risorgimentali, movimento al quale appartennero anche Sonnino, Martini, Albcrtini, Salandra.
Due posizioni politiche, più che due tradizioni storiografiche, rivivono in questo libro, l'ima accanto all'altra, con un accostamento che non è superamento: sono qui riprodotti i giudizi che su se stessi davano i rudiniani e i paganuzziani dell'Ottocento, e le accuse che si scambiavano. Un dialogo, insomma, nel quale non intervengono altre forze, altre correnti, e neppure l'autore, che si limita a riportare le dichiarazioni ufficiali dei due gruppi, identificando il suo punto di vista con quello del partito e del governo liberale. Da un lato i cattolici di stretta osservanza reagivano all'assolutezza e all'invadenza dello Stato, contrastando e negando il monopolio della morale civile, il magistero laico sulle coscienze, di cui la Destra storica era, nei suoi limiti e tempi, la depositaria e l'interprete (p. 51); dall'altro, rispondevano con pari decisione i loro avversari, i liberali intransigenti di tradizione cavouriana . Questi difesero l'autentico liberalismo contro la minaccia dei rossi, ma anche, per volere delle sinistre, contro la pressione reazionaria dei clericali.
Dopo il 1898 la resistenza liberale si affievolisce; con Giolitti non si ha più la lotta su due fronti... non più difesa contemporanea dalle estreme socialiste e clericali. Qualche resistenza è offerta solo da organi, come il Corriere della Sera? che difendevano a spada tratta il separatismo cavouriano, che scorgevano nel nuovo trasformismo giolittiano un'abdicazione alle pregiudiziali della Destra storica, alle ragioni di vita dello Stato italiano . Luigi Albertini, il più liberale dei giornalisti italiani, difendeva sul Corriere della Sera la più schietta tradizione liberale, di Cavour e della Destra. Un tentativo politico di opposizione liberale e anticlericale sarà quello di Antonio Salandra, il presidente meridionale e conservatore che amava richiamarsi alle tradizioni della Destra storica, dei Minghetti e dei Ricasoli . È il supremo tentativo di restaurazione dello Stato fondato sui valori del laicismo, sulla struttura del suffragio ristretto, sulla limitata circolazione delle "él il.es borghesi e risorgimentali, legate al mito nazionale.
Spadolini ha lasciato alla maggioranza parlamentare ed al governo l'aggettivo liberale, che ha trovato nei testi, non sostituendolo con quelli di conservatore , reazionario , antiliberale e autoritario , che leggiamo nei libri di Crocè: còsi la sconfitta non toccherà ai conservatori , ma proprio ai liberali, puri ed autentici. All'ottimismo crociano si sostituisce, quindi, la visione pessimistica offerta dallo Spadolini, che narra la difesa e la sconfitta del liberalismo-Anche il clericalismo temporalistico muore, ma solo perchè al movimento cattolico si apriva ora la strada di una penetrazione pacifica in tutte le classi della società italiana, di una difesa vigorosa ed efficace della sua tradizionale influenza nelle campagne, di un recupero graduale ma certo della borghesia volterriana e positivista di ieri, ora umiliata, disorientata, ansiosa solo di una certezza e di una fede (p. 524). Dopo 0 1898 non si hanno, perciò, come vuole Croce, la restaurazione liberale e il governo liberale , ma la penetrazione, invece,