Rassegna storica del Risorgimento

VIDAL C?SAR
anno <1954>   pagina <903>
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Vita dell'Istituto
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Segue la discussione sulle tre ultime comunicazioni. CCSBÌ accenna al materiale esistente e perduto degli Arenivi di Vienna. Stefani ricorda come gli studiosi triestini si servano con diligenza degli Archivi, non solo di Trieste ma d'Italia e dell'estero. Conclude con una vibrante, energica protesta per il modo inadeguato col quale il Governo ha tutelato finora l'importantissimo Archivio di Stato di Trieste, ricchissimo di materiale, che potrebbe sostituire anello perduto nell'incen­dio famoso dell'Archivio di Vienna. Invita i professori Cessi e Ghisalberti a farsi interpreti della protesta triestina e ad usare la loro autorità, affinchè sia posto finalmente rimedio.
Il Convegno riprende i suoi lavori lunedi 15 alle 17. Presiede il prof. Col­lotti, che dà la parola al prof. Ruttori, sui lasciti privati ai musei di storia di Trieste. È diffìcile riassumere quanto ha detto l'oratore, nella sua condensatissima comunicazione, che dovrebbe essere riportata integralmente, per poter rendere l'idea della ricchezza di lasciti privati di cui hanno beneficiato e beneficiano i musei di storia triestini e quello del Teatro. Non si può, quindi, che ringraziare l'oratore per le informazioni fornite agli studiosi, ma, soprattutto, perchè, come direttore dei musei, seppe procurare alla città tanti documenti preziosi.
Secondo oratore Carlo Schiffrer su alcuni aspetti della storiografia nu strofi la. L'oratore dichiara che base della sua comunicazione sarà il volume del Vivantc, recentemente ristampato, L'irredentismo adriatico . Infatti, dopo brevi accenni al Kandler ed al suo periodo, le cui condizioni giustificano il mito austriaco, ed al Bersa, ecco tratteggiata la figura del Virante, liberale ed irredentista in gioventù, passato poi al socialismo. Moventi economici soprattutto lo indussero ad un giudizio sull'irredentismo che tutti gli eventi posteriori dimostreranno inesatto.
Nella discussione che segue Ziliotto, rifacendosi alle comunicazioni del giorno prima, prova con documenti quanto poco l'Austria favorisse la cultura a Trieste. Nel respingere, dice, una richiesta del Comune di sussidi per borse di studio a giovani triestini presso l'Università di Padova, per farne segretari e simili, il governo aveva affermato che era preferibile introdurre manifatture, arti e mestieri anziché dotare i giovani dell' inutile dottorato . Con documento del 1732, che legge, il Comune risponde deplorando che si vogliano far morire nell'ignoranza i figli di famiglia che desiderano istruirsi.
Attilio Gentile parla di Una storia di Trieste mancata . Premette che due storici avrebbero potuto darci, nella seconda metà dell'800, la storia di Trieste liberata dall'ipoteca austriaca, se morte precoce non avesse rapito entrambi: Carlo Buttazzoni e Simone della Giacoma. Quest'ultimo nacque a Predazzo, in Trentino, e venne a Trieste ad insegnare al Ginnasio Comunale (attuale Ginnasio-Liceo Dante Alighieri). Fattosi socio della Minerva, si accinse a scrivere la storia di Trieste e ne pubblicò un saggio nell'Annuario del 1873. Suscitò con esso le ire del Governo, che sequestrò tutte le copie che potè dell'Annuario e tolse a Ini il posto.
Pur in grandi ristrettezze, proseguì gli studi di storia locale: pubblicò la vita del triestino Fortunato, patriarca di Grado nell'età carolingia, compi fino al 1000 la storia di Trieste e raccolse materiale per l'età successive. Morì a 37 anni a Fiume, dove aveva ottenuto un posto al Ginnasio: tutte le sue carte andarono disperse.
Bice Rizzi si è offerta di ricercare nel Trentino le carte del Della Giacoma, nel caso fossero finite cola
Quarto oratore, Cesare Pognini, che nel trattare della storiografia del gior­nalismo triestino, afferma che questa è locale: fino al 1918 nelle vecchie pro­vince Trieste era considerata estero. Pure bastano alcuni nomi per dirne l'im­portanza e la ricchezza: Osservatore Triestino, Archeografo, Favilla, Letture di Famiglia, Bollettino filatelico, che fu il primo d'Italia, Gazzettino ebraico, Gazzetta