Rassegna storica del Risorgimento
TURGENEV IVAN ; ROMA
anno
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1955
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pagina
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7
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Ivan Turgenev, l'Italia e Roma
7
Sotto alla sua inconfondibile natura di barin russo, c'era nel Turgenev un tratto di cosmopolitismo un pò* superficiale, che faceva anch'esso parte della tradizione signorile. Ammiratore ed esaltatore della lingua russa (con espressioni che figurano ancora nelle antologie), egli non esitava peraltro ad affermare che la vera patria è là dove si riesce a trovare più affetto, là dove il cuore e lo spirito si riposano appieno. Le classi colte hanno il grande compito di trasmettere al popolo russo la civiltà: lo turba quindi non poco la crisi del rivoluzionario Herzen, che, dalla natura borghese della civiltà occidentale è rimasto deluso e che spera nella Russia del futuro. Tu, nemico del misticismo e dell'assolutismo scrive a Herzen 1*8 novembre 1862 ti inginocchi misticamente dinanzi alla pelliccia di pecora russa. *-) L'occidentalismo è infatti alla base dei sentimenti e dei pensieri di Turgenev, è l'essenza concreta del suo cosmopolitismo. Nei suoi primi dubbi giovanili, l'Occidente gli era apparso come sinonimo di libertà, come terra promessa di una civiltà superiore, come il tradizionale faro del russo amareggiato dalTarretratezza del proprio paese. Nelle sue Memorie letterarie troviamo una ben nota e ben caratteristica espressione: Mi cacciai a capo fitto nel mare tedesco che doveva purificarmi e rigenerarmi e allorquando, alla fine, ne venni fuori, ero diventato un occidentale e tale rimasi per sempre. Non meno famosa è l'affermazione di Potugin in Fumo'. La Russia non vive che d'importazioni: di quel che gli stranieri non si son dati la pena d'in ventare, essa ne fa a meno. Il 15 novembre 1862 Turgenev scriveva a Herze n Io sono un europeo, io amo il vessillo sotto al quale mi sono schierato fin dalla gioventù.2 Il 23 maggio 1867 esprimeva al giovane critico Pisarev concetti analoghi, intrattenendolo sul tanto discusso tipo di Potugin, protagonista di Fumo'. Forse sono il solo ad amare questo personaggio; ma son contento che abbia-fatto la sua apparizione e che lo si ricopra d'ingiurie, mentre sta imperversando quella ubriacatura panslavista alla quale ci si abbandona adesso da noi. Son lieto d'aver avuto il privilegio di scrivere sul mio vessillo la parola Civiltà e poco importa che le si scagli contro fango da tutte le parti. Si edam omnes, ego non. 3)
Ancora pochi decenni innanzi, Francia e Germania erano apparse agli ambienti della cultura russa come due mondi antitetici: da un lato tradizioni classicheggiante rispetto per le forme e per le regole, razionalismo in filosofia e, sulla scia dei lumi, una tendenza riformatrice o rivoluzionaria sul piano politico e sociale; dall'altro la voce del sentimento e della fantasia, un desiderio di approfondimento speculativo, il Volksgeist, la rivalorizzazione del canto popolare, la polemica contro i lumi. Per l'europeo Turgenev, Francia e Germania costituiscono già come un tessuto unico, una civiltà comune, anche se costituita da sfumature nazionali diverse. La Francia è la terra da cui sono scaturiti i valori della dignità umana. *) All'anima germanica, che sembra trovare la sua espressione più poetica e più lirica nella vecchia cittaduzza pro-
0 K. Kawalins und I. Turgenjewt sozial-polìtischer Briefwechsel mit A. L Herzen, Stoe carda, 1894, p. 135.
2) ld p. 138.
3) Citato da A. COQUABT, D. Pisarnv et l'idéologie </ .nihilùmn rime, Parigi, 1946* p. 363.
4) Cfr. V. HUBER-NOODT, L'occidcntati-nnie d'Ivan '!'., Parigi, 1922.