Rassegna storica del Risorgimento

VENETO ; LOMBARDO-VENETO ; RELIGIONE ; RENAN JOSEPH ERNEST
anno <1955>   pagina <26>
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26 Letterio Brìpiglio
l'opera di Renan, umilissimo discepolo di D. Strauss era da considerarsi un malvagissimo libro condannato già da Roma ed insidiaute, col suo stupido naturalismo, l'essenza stessa del cristianesimo. Il cardinale, nel lamentare ancora una volta quello spirito d'indifferenza..., purtroppo infil­trato nei cuori di tanti cristiani alla moda si meravigliava, non poco che un romanziere sacrìlego, un vero Anticristo avesse potuto trovare cosi grande e preoccupante favore. Quel pestifero libro aveva ormai roso le coscienze ed allontanato dal Salvatore, per cui occorreva riparare con una riaffermazione di fede all'uomo-Dio. Invitava quindi i fedeli ad assistere premurosamente alle sacre funzioni che si sarebbero svolte con rito solenne in tutte le diocesi.
Appena conosciuta la pastorale, il Luogotenente provvide ad inviarne un esemplare alle varie delegazioni provinciali, rinnovando l'invito, non troppo generoso a dire il vero, di prendere solo le occorrenti disposizioni d'ordine pubblico.
A Venezia intanto fu celebrato, nella Basilica di San Marco, un solenne triduo 1) onde paralizzare in qualche modo gli effetti di questa pernicio­sissima opera. Ed a conclusione di esso ne fu persino bruciata una copia nel Campo San Zulian, ma senza perturbazione della pubblica tranquillità. Funzioni analoghe si svolsero in moltissime altre diocesi, ma con qualche grave incidente; a Padova per esempio furono fatte scoppiare nella casa di un parroco ed altrove, alcune bombe formate di vecchie granate, che ferirono diverse persone. Né mancarono esplosioni di petardi prima e dopo le solenni cerimonie riparatrici e, forse, qualcosa di peggio sarebbe accaduto, se lettere anonime non fossero pervenute al segretario vescovile e al locale Delegato provinciale che disposero subito una sorveglianza attivissima.
Ma quelle solenni funzioni religiose avevano però sortito l'effetto con­trario; il libro e gli avvisi a lettere cubitali che lo presentavano, ricom­parvero più numerosi, con meraviglia e dolore delle autorità ecclesiastiche 2>. Queste infatti riputavano che i tridui diocesani avrebbero risvegliato le coscienze a tal punto da bastare, di per se stessi, a risolvere il problema. Ma si dovettero ricredere, avendo l'opera di Renan prodotto una vera e propria crisi religiosa specialmente nella gioventù. Fu per questo che il Patriarca di Venezia si senti in dovere di fare nuove e più forti pressioni sulla Pro­cura di Stato 3) perchè Vienna giungesse là dove non era giunta la fede. A tal fine l'alto prelato faceva presente che la religione, il più sicuro so­stegno dei troni si trovava minata ad opera deli' infame libraccio di E. Re­nan, il quale a visiera calata tendeva ad abbattere tutto l'edificio della cattolica credenza. E mentre esprimeva da un lato un disprezzo al potere civile ed al Governo, perchè non puniva tanta audacia, declinava dall'altro ogni responsabilità qualora, in mezzo alla grande effervescenza degli animi,
1) Per il resoconto del Iridilo veneziano vedi la Gazzetta Ufficialo di Venezia del 28 no­vembre 1863, . >MQi'.< A Gesù Cristo nello ma divinitù discreduto da E. Renan - Vcncziu Cattolica.
2) La Vita dì G<'aìi fu vendimi a Venezia anche nella traduzione tedesca; nel frattempo, nella stessa Vienna, i giornali la presentavano con il tacito consenso delle autorità. A. S. V. Prea. Luog.: rapporto del Procur. di Stato ni Toggaunirg, 2? agosto 1863, n. 2207, fase. 5, 3-2.
3) Con una lunga ed accorata lettera fti dota 28 novembre 1863 A.S; V.: Pronti, di Stalo Prot. Btiserv. ti. 76.