Rassegna storica del Risorgimento
VENETO ; LOMBARDO-VENETO ; RELIGIONE ; RENAN JOSEPH ERNEST
anno
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1955
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pagina
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46
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46 Letterio Briguglio
relativo alla lettura del Messuggiere di Rovereto. Questo scandaloso atto dì ribellione ,J) ci fa sapere P. Secondo Franco, che ha messo in piazza il Vescovo di Trento, consisteva in una strenua difesa di quel periodico che, secondo il sacerdote trentino, aveva avuto il solo torto di essersi costituito, dal 1848 in poi, organo del partito liberale in senso italiano e di aver proclamato la tolleranza religiosa ed il progresso costituzionale. 2) D'altra parte, insisteva quel sacerdote, il Messuggiere non aveva mai toccato questioni essenzialmente religiose ed il suo redattore in capo, i collaboratori, i corrispondenti erano tutti sinceramente cattolici e cosi pure quel giornale non aveva mai azzardato una parola contro il dogma e la morale cattolica. L'unico suo torto era forse quello di non avere parteggiato per la necessità del potere temporale del Papa e di avere invece ripetutamente sostenuto, basandosi in ciò sugli insegnamenti di Gesù e degli Apostoli, che l'indipendenza del pontificato non sarebbe stata compromessa, anche se il sommo gerarca fosse ritornato alla posizione del Cristo. 9) La Lettera Pastorale del Vescovo di Trento quindi, non poteva essere considerata come un documento ecclesiastico, ma quale uno scritto politico,4) la cui reale autorità era pertanto legata all'individuale opinione politica di chi l'aveva segnato.
Ma il sacerdote trentino andava ben oltre con le sue Considerazioni, quando criticava la proposta di legge che avrebbe dovuto conferire al Tirolo l'unità della fede ed a favore della quale si era pronunciato, in appositi Brevi, lo stesso Pio IX. E così anche quando non riusciva ad ingozzare la decisione dei Vescovi, radunati in Trento, con la quale era stata respinta l'offerta loro fatta dal libro di Rosmini su Le cinque piaghe della Chiesa
E tanto meno veniva da lui risparmiato l'ordine dei Gesuiti, s) che aveva procurato imbarazzi da lato della Polizia e della Procura di Stato, al Messaggiere di Rovereto', setta famosa, che dal pulpito della Chiesa cattedrale e del Seminario vescovile aveva ripetutamente esercitato una critica severa della politica interna del Regno d'Italia e dei suoi Ministri, massimamente di quell'illustre Uomo di Stato, il Conte Camillo di Cavour. I Gesuiti, secondo l'anonimo sacerdote, avrebbero dovuto subire di nuovo la sorte del confine, all'estremità meridionale d'una delle nostre alpestri vallate prossime a Trento.
Quale poteva essere poi, per il nostro sacerdote, il vero scopo di quella Pia Società Preservutrice che, esorto il velo di un mistero e sotto il segno della cospirazione incominciava a diffondersi in tutto il Veneto ? Da chi poteva derivare la sua autorità nel proibire quei libri che giudicava perversi ? I sacerdoti della Pia Società, come anche quelli che, sia in seguito
1) B. SECONDO FRANCO, Alle considerazioni fatte da un sacerdote trentino intorno ad tuta Lettera pastorale di S, A. R.ma il Principe Vescovo di Trento. Appunti, Verona, G. (livelli, 1863, p. fio Bgg.
23 Ivi, p. II.
8) Ivi, p, 20.
4) Ivi, p. 31.
5) Ivi, p. 33.