Rassegna storica del Risorgimento
VENETO ; LOMBARDO-VENETO ; RELIGIONE ; RENAN JOSEPH ERNEST
anno
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1955
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pagina
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57
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Lo spirilo religioso nel Veneto, eco, 57
un portafoglio, su cui era scritto = carte segrete, e che dentro vi erano lettere di cardinali ed altri personaggi che egli medesimo aveva scritte e che voleva far ere* dere a lui dirette da quei personaggi come afjigliatti (aie) all'accademia. Questa Accademia era il discorso del giorno a Torino, e veniva generalmente presa in ridicolo, e si voleva che il De Col con queir immaginaria società tendesse a conseguire una specie di costituzione della Chiesa, che accordasse ai Sacerdoti di prender moglie, dacché egli era invaghito di una donna. Aggiunse il Calvi di aver parlato su questa Accademia col B arozzi, il quale sebbene emigrato appunto perchè accusato di appartenere alla medesima, assicurò di non aver mai saputo della di lei esistenza, che pure il De Col aveva sparso che egli nella medesima figurasse.
Il Calvi s'incontrò col De Col a Torino, ma siccome questa sua Accademia era ridicola, ed egli per questo faceva tristissima figura, cosi si astenne il Calvi da qualsiasi discorso su tale argomento. Era venuto il De Col a Torino in istato assai miserabile, per cui il Calvi gli procurò il pranzo. Era partilo da Torino lasciando indietro dei debiti, che furono soddisfatti da suo padre. In seguito sentì il Calvi che il De Col si facesse protestante e che poi andasse a Londra. Tornato a Torino si fece vedere presso il Calvi, e gli disse che aveva parlato col Mazzini, e che aveva incombenza di interpellarlo su quello che potesse abbisognare per armare Volto Veneto. Il Calvi gli prestò fede dandogli una piccola nota di armi ed altri (àc), giacché il De Col sostenne di dover tornare fra un giorno e Poltro a Londra. Partì di fatto, ma si intese poi clie era nella Lomellina, ed alquanto dopo dai pubblici fogli si rilevò che in Lomellina avesse con promesse di matrimonio ingannata una vedova, estorcendole denaro, e si fosse portato a Coirà, ponendosi sotto la protezione di quel Vescovo abiurando il protestantismo, e ritornando al cattolicismo. Da Barozzi il Calvi ebbe a sentire, che il De Col fattosi protestante si fece inscrivere fra quelli della missione onde propagare l'anglicanismo nelPItalia....,
Assicura il Calvi che come Vafjare colla Accademia, anche tutto Poltro è stato iuta immaginazione del De Col, e ritiene che lo stesso non abbia neppure parlato col Mazzini. Aggiunge finalmente che certo Rossori gli consegnava una lettera del De Col, colla quale doveva anche consegnare una cinquantuno di lire, che però non consegnò, esponendo che attesi i suoi bisogni, gli fu forza di prevalersene. Parlando di simili sovvenzioni assicura il Calvi che sole due gli sieno pervenute, che non vole nominare gli oblatori, che però fra i medesimi non sono compresi né il Prete Talamini, né il Col, né Luigi Olivo di Zoldo, né altri preti dello stesso paese..... .
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(Lettera di Filippo De Boni a don Natale Talamini)
A. S. V. Giudizio di Guerra di Udine Fase. I - N. 6. Anno 1850; processo contro Paolo Flora, carta n. 13.
Lugano, 29 novembre 1850. Carissimo amico
Io so dove siete; e so che cuore abbiate mostrato negli ultimi avvenimenti a Venezia, Se vi ricordate ancora di me, già da molt'anni non ci siamo visti; se l'animo vostro desidera quel che desiderava, per mezzo dell'amico mio che vi spedisce questo biglietto1, io desidero essere in contatto con voi per cose che tutti risguardano e per cose famigliari che così facilmente intederete. Dell'ultime ignoro tutto da lungo tempo; quasi tutto Panno giacqui malato e non ho potuto scrivere a nessuno. Abbiate dunque la compiacenza di rispondermi colPindicato mezzo, se non vi dispiaccia di scrivermi talvolta e d'amare
il ttuto vostro Filippo