Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI COMUNALI ; PIETRASANTA
anno
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1955
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pagina
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86
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86 Libri e periodici
cuore. Una simile assenza era scriveva nel '65 un'altra conseguenza di quei quindici anni di schiavitù che pesavano su tutte le cose.1)
Ma da quella schiavitù Edgar Quinet aveva potuto salvarsi. Nella piccola schiera di quanti non si erano piegati al nuovo despota e con tormentosa indagine avevano ricercalo nel passato le ragioni del suo trionfo momentaneo e i motivi' della speranza nel domani, egli è certamente uno dei primi, più consapevoli e più degni. E non soltanto per i suoi contemporanei ha esaltato, ammonendo, la religione della libertà. Chi aveva affermato al Souvcstre, nel 1853, que tonte? les foia qu'une revolution éclate, sana qu'il y ait aucune émoncipation morale qui y corresponde, ce n'est là qu'une revolution servile, et à ce litre, elle est impuis-sante, à quelque epoque du monde que l'on se place, non poteva non chiedersi ansioso se, un secolo più tordi, non si sarebbe dovuto lottare ancora una volta per la salvezza della libertà. A UT r
JEAN JAURÈS, Storia socialista della Rivoluzione francese, a cura di GASTONE MA NACORDA, voli. I-VII; Milano, Cooperativa del Libro popolare, 1953-1954, in 8, pp. 388-fLVm; 408; 275; 347; 294; 459; 372. L. 600, 600, 600, 800, 800, 800, 800.
L'opportunità della presente traduzione della Histoire socialiste de la Revolution frangaise di Jaurès, condotta sull'edizione curata da A. Mathiez nel 1922-24, ristampata a Parigi nel 1939, mi sembra non abbia bisogno di alcuna dimostrazione, visto che l'unico tentativo precedente, quello di Carzia Cassola, Alessandro Schiavi e Giuseppe Pinardi (editore Luigi Mongini, Roma, 1900) rimase, come avverte Gastone Manacorda nella sua intelligente e accurata prefazione, al primo volume dell'originale.
Il titolo stesso dell'opera jauresiana, cioè quella sua precisa qualificazione politica, suscitò delle riserve negli studiosi, anche in chi, come l'Aulard, doveva poi dare sn tutta la vasta ricerca un giudizio complessivamente assai favorevole. E non si trattava invero soltanto del titolo se Jaurès iniziava Ylntroduzione generale a tutta l'opera che doveva arrivare, valendosi delle ricerche di vari storici, fino al *900 I con le seguenti significative parole: Vogliamo raccontare al popolo, agli operai, ai contadini* gli avvenimenti che si svolgono dal 1789 alla fine del -XIX. secolo, dal punto di vista socialista (corsivo nostro). Le riserve
1) Il Quinet tenne molto al giudìzio dei suoi amici italiani su La Revolution, che mandò a diversi conoscenti. Si veda, per cs., la seguente lettera al Massari, conservata nell'Archivio del Museo Centrale del Risorgimento, in Roma: Veytaux. Cantori de Vani. 16. X*ra 1865 -Monsieur, peut-étre n'avez vous pan oublié les rotai tona bien amicales que nous avons aues autrefois daris nutre jeunesse. S'il eri est aitisi, cotnme je Vespère, veuttlez, je vous prie, /aire annoncer et examiner, dona vos journaux, moti nouvel ouvrage, *' La Revolution,,. Je vous envoie aujourd'hui tea extraits publiés dans h Temps et le Courrier dea Dimauches. Puissenl les dures experiences qua nous avons faite en Franco depuis 70 ans prqfiter à l'Italie. Receves, Monsieur, avec mes meiUeurs souvenirs, Vexpressìmt de mes sentimens les plus distingués. E. Quinet. JE indirizzata, forse di mano della moglie: Italia Monsieur Massari ancien Deputò au Parlement Florence. D'altra mano, qualcuno ha cancellato Florence, sostituendovi Sari. Ma anche questa indicazione fu sostituita da quella di Barletta. Tra gli Italiani che gli hanno scritto allora mette conto di citare il Carducci il quale, il 14 gennaio 1866, gli mandò suoi versi con una specie di lettera circolare e uguale, influii, nella prima parte, a quella inviata, il 18 dicembro precedente, a Jole Michelet , nella quale esaltava 1''illustre pubblicista della Ubarla, il dotto eloquente benevolo autore delle a Rivoluzioni d'Italia*, il virtuoso cittadino elio ultimamente ha strappato dinanzi gli occhi détta Francia e dall'Impero il velo che nasconde la turpe figura del cesarismo. Ma che l'avesse proprio letta La Revolution ?.... Vedi Edizione Nazionale dello opere di GIOSUÈ. CABDUCCI, Ltttm volume IV. Bologna, Zanichelli, 1939, pp. 302-303.