Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI COMUNALI ; PIETRASANTA
anno <1955>   pagina <91>
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Libri e periodici 91
dal Maturi {Rivista storica italiana 1953, p. 279) non pone in luce la validità delle critiche tahigs. Poco peso è attribuito alla situazione interna francese verso Napoleone e troppo sbrigativo è l'esame delle forze in movimento in Italia. E le responsabilità del Mettermeli (pp. 203 ss.) riguardo al problema tedesco, se chiariscono le deficienze del cancelliere austriaco per un certo aspetto della sua politica, non sottolineano forse sufficientemente i problemi generali nascenti dalla crisi dell'opinione nazionale tedesca, dalla posizione della Prussia e dalla difficoltà o impossibilità di mia rinascita del Sacro Romano Impero.
Su questo punto, anzi, il N. pare per un momento essere al di sotto della sua abilità nel cogliere il nesso fra la psicologia e le propensioni ideologiche degli attori del dramma, poiché dimentica la formazione settecentesca del Met­termeli e le grandissime differenze fra l'europeismo illuministi co e quello ro­mantico.
Qualche esagerazione nel giudizio positivo dato del Castlereagh {passim e spec pp. 128 ss., 133-4) mi pare evidente: indicare i limiti delle sue prospettive Storiche e poi sostenerne la grandezza di politico induce a talune contraddizioni, nelle quali anche il Webster ha qualche responsabilità. Un pò* troppo rigido è il N. con Alessandro, di cui non è disposto ad apprezzare l'innegabile, sebbene incerta e oscillante, spinta ad un'azione europea della Russia. ,
Occorre tuttavia ribadire che, nel campo della valutazione delle personalità, il N., se ha qualche limite di comprensione per eccesso o per difetto, si muove però con vivacissima, agilissima eleganza e scioltezza. I suoi ritratti, introdotti sapientemente al momento giusto nel corso della narrazione, sono ricchi di finezze, di sfumature, di tocchi magistrali. L'opera dei singoli intorno ai problemi cen­trali del Congresso è seguita con maestria di scrittore difficilmente superabile. Tutto ciò che di attuale, e di attualmente vivo, è nel Congresso viene segnato con mano ferma e brillante.
Cosi che questo saggio è da considerare un'opera originale, ed una nuova prova della capacità della storiografia inglese di scrivere libri i quali, pur nel l'intento sintetico, siauo veramente serii e solidi, e di divulgare il passato senza venir meno alla completezza scientifica nella preparazione. E si tratta di una capacità che può servir d'esempio anche agli Italiani, troppo spesso oscillanti fra il pesame tomo per gli iniziati e il troppo lieve e disinvolto excursus per le pèrsone colte>: la diffidenza dello storico per lo scrittore e quella dello scrit­tore per lo storico sono nel N. superate per cedere il posto conveniente allo scrittore e storico insieme armonicamente congiunti. GUIDO OUAZZA.
ART uno MANCINI, Il collettivismo nella storia e nella dottrinai Milano, In teli sano Editore, 1954, in 8, pp. 242. L. 1800.
Si tratta di un saggio teoretico e storico intorno al significato e all'evoluzione del collettivismo, definito quale coscienza individuale della personalità collet­tiva > (p. 129 e passim). L'A. indica fra i requisiti del collettivismo la prepon­deranza del popolo lavoratore e produttore esclusiva o assoluta ; la manifestazione di questa preponderanza in forme libere>; la regolamentazione collettiva dei consociati nell'ordinamento collettivo su un piano di uguaglianza giuridica e di giustizia economica (p. 35).
L'impegno posto dal M. nel dare la giustificazione concettuale e storiografica delle sue predilezioni per il collettivismo è indubbiamente serio e lo sforzo è notevole e meritorio. Non si può non osservare tuttavia che il risultato non cotti-sponde tntegrahnente alle esigenze di chiarezza, di maturazione teoretica e di compiutezza informativa che un tema cosi arduo avrebbe richiesto. Anche lo stile, spesso pesante, involuto e tortuoso, rivela una meditazione non ancora sufficien­temente elaborata e definita. Le sproporzioni frequenti fra le pagine teoretiche e