Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI COMUNALI ; PIETRASANTA
anno <1955>   pagina <98>
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Libri e periodici
l'elemosina. Non può comprendere l'ammonimento che ai cattolici rivolgono Oza-nuin e, nel 1848, l'Ere Nouvelle perchè ricordino che l'operaio non vuole elemosine-ma nuove istituzioni. Respinge egli anzi con decisione ogni progetto di riformo radicali della società, soprattutto se formulato in nome del cristianesimo. Non ai è reso conto della grandiosa trasformazione economico-sociale, che non ha soltanto accresciuto il numero dei poveri; non basta perciò aumentare le opere beneficilo di assistenza; si pone invece, di fronte ad un mutamento non soltanto quantitativo ma qualitativo, un problema di giustizia. Non comprende la natura vera e la novità del fenomeno al quale assiste, non comprende il desiderio di un miglio­ramento delle condizioni umane, che vada anche oltre lo stretto necessario, da parte dei poveri, spesso responsàbili (egli giudica) della propria miseria. Questa deve essere accettata con rassegnazione; i ricchi hanno solo il dovere, ma grave, dell'elemosina, e l' elemosina cristiana è l'unico rimedio alla miseria delle classi povere . Colpevole è ogni desiderio di riforme strutturali perchè la società non muterà mai.
Tale posizione, che non difetta solo di senso storico e di giustizia, ma com­promette anche il valore essenziale della carità, trova la sua spiegazione e la sua logica nel complesso del pensiero e dell'attività pastorale di Mons. d'Astros che, nell'acuta interpretazione del suo biografo, appare dominata da una forma accen­tuata di intellettualismo.
Virtù principe, e quasi sola necessaria, per il cristiano sembra essere la fede. Cura massima del vescovo, del sacerdote, del fedele è quindi, per d'Astros, quella di salvare la fede in pericolo. Ed in ciò perde quasi di vista il fatto che le religione non è solo credenza, che è nello stesso tempo esercizio di questa credenza; che è insieme conoscenza e pratica: una vita, Egli insegna la fede, insiste sulla necessità di studiare la religione, un po' come se la messa in pratica di questa, cioè una vita di carità verso il prossimo e verso Dio, dovesse in concreto seguire da sé, del tutto spontaneamente, per solo effetto della logica, delia ragione.
H dovere di conoscere la verità tende a porre in ombra l'altro di fare il bene. E la massima preoccupazione, quella di difendere i diritti della verità , sembra imporre soprattutto il diniego di ogni libertà e di ogni tolleranza verso l'errante. Da questa concezione intellettualistica della vita religiosa e del ministero pastorale deriva la sua continua attenzione ai problemi relativi alla formazione del clero, ai buoni libri , all'insegnamento catechistico, alia libertà scolastica ; ed è qui il centro della sua grandiosa e fervida opera episcopale.
Egli è insomma portato ad insistere sull'aspetto dottrinale tanto della verità come dell'errore, e quindi a non comprendere nella sua pienezza la vita religiosa nella verità, ma soprattutto a non valutare esattamente la portala e il significato delle correnti anticristiane o acristiane del secolo. E anticristiane gli apparvero tatto le tendenze novatrici, anche, in un campo puramente politico e sociale, del tutto indifferenti di fronte al dogma cattolico, perdio affermava la verità è terna e immutabile, e i novatori sono perciò figli dell'errore: ogni loro fine è malvagio. Egli insiste sulla perversità degli empi, sulla loro volontà di distrug­gere la religione nelle anime con la sola intenzione di malfare; egli non accorda loro un atomo di buona fede nel loro -errore e, nota ancora l'autore, tale disposizione è poco favorevole a comprendere gli erranti e le loro dottrine, so è vero che in ogni errore vi è un'anima di verità o che bisogna raggiungere questa per comprendere il significato dell'errore . D'Astros non credeva col Macaulay che il segreto del successo dei pliìtosophes risiedesse nel lodevole e generoso entusiasmo per il progresso umano, che si mescolava ai loro errori, e che fosse quella la causa per la quale l'irreligione, accidentalmente associata all'amore dell'umanità, aveva trionfato sulla religione, accidentalmente legata ad abusi politici e sociali. Egli considerava l'errore in se, ignorando la suo genesi e i suoi rapporti: e qui