Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI COMUNALI ; PIETRASANTA
anno
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1955
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pagina
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101
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Libri e periodici 101
questioni miste? Tati radici risponde Bono nell'csaspcrarsi della distinzione (che diviene frattura e scissione) Tra il piano religioso e quello temporale, che, partendo dal primo artìcolo della dichiarazione del 1682, si era manifestato in seno al gallicanismo, inculcando nel clero la convinzione di un'estraneità assoluta dei fini e degli interessi delle due società (religiosa e temporale). La Chiesa doveva quindi disinteressarsi in maniera assoluta di questioni economiche e sociali, che rimanevano competenza dello Stato, cioè del governo.
Per il teologo gallicano del settecento Honoré Tournély, come per nions. d'Astros, lutto ciò che non è strettamente religioso esula dagli interessi del vescovo e del clero. Una distinzione essenzialmente giusta e cristiana portava così ad un disinteresse totale per il bene temporale dei fedeli, che praticamente si risolveva in atteggiamenti conservatori. Per i teorici della Sorbona la posizione del sacerdote e del cristiano di fronte al benessere o alla miseria degli uomini doveva essere di indifferenza, o di favore per la seconda. Una disincarnazione esagerata e falsa del cristianesimo , accordandosi con il pessimismo temporale di Bossuct, allontanava il prete dal desiderare e comprendere i miglioramenti della città terrena. Al gallicanismo vengono collegate quindi la fiducia del d'Astros nelle autorità civili e la sua difesa dell'ordine sociale stabilito, così come già il Calippe aveva notato i rapporti di quel movimento con le correnti che si opposero alle tendenze sociali dei cattolici.
La risposta del Droulers è appoggiata ad una valida argomentazione, ma potrà suscitare forse qualche riserva in chi noterà la diffusione che simili atteggiamenti conservatori ebbero in tutte le nazioni (ma l'autore osserva che idee regaliate, giurisdizionaliste e giuseppiste, affini alle gallicane, dominavano ovunque) ed anche fra i più fedeli a Roma. Se l'affermazione potrà essere attenuata e si potranno riconoscere altri motivi concorrenti, certamente derivazioni e rapporti segnalati in questo libro non saranno facilmente negati. Così nel corso dell'intero volume anche le affermazioni che possono lasciare nel lettore qualche dubbio valgono a stimolare la riflessione sopra questioni e argomenti sui quali raramente si ferma l'attenzione degli storici. Si affacciano, attraverso queste pagine, motivi e problemi di vivo interesse, che non son certo limitati ai termini geografici e cronologici della ricerca; si ripresentano anche, per fare un esempio, con simili caratteri, per l'Italia del primo, e soprattutto (a causa del più lento sviluppo del nostro paese) del secondo Ottocento.
Si rivela ancora una volta in questo libro Tolto livello raggiunto in Francia dalla storiografia religiosa, che si vale da un lato dcH'afliuaniento metodologico dovuto al vasto movimento che fa capo a Gabriel Le Bras, e dall'altro Iato del fervore e della profondità degli studi teologici, che acuisce la sensibilità degli storici soprattutto in relazione ai problemi concernenti la Chiesa, le realtà terrestri, il laicato. Si deve d'altro canto notare come più raro divenga in Italia l'atteggia-mento di altera sufficienza con il quale a volte si guardavano insigni opere straniere di storia ecclesiastica e religiosa. Anche i libri di autori che si rivelano ignoranti di Croce e di Omodeo non son più giudicati inutili da studiosi e lettori italiani. Si traduce oggi ìi Dansette, si lamenta l'assenza per l'Italia di opere simili a quelle che scrissero il Brcmoud e il Goyau, o all'Inlroduclion oux litudvs d'histoire ecclé-siostique locale di Carrière, o aWIntroduction à Vkistoire de la pratique religieuse en Trance di Le Bras. Si leggono insomma con interesse le opere ricche di pensiero e di informazione che giungono d'oltralpe, e, se a volte si tenta imporre alla storia italiana schemi tratti da quella di altre nazioni (soprattutto di Francia), certamente non sarà vano il disagio per le avvertite insufficienze, in questo campo di meditazione e di ricerca, della situazione religiosa e culturale, prima che storiografica, del nostro paese.
La serietà filologica e la sensibilità storica del Droulers, che si immerge in cosi viva materia libero dagli impacci della falsa apologetica e della faziosità unila-