Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI COMUNALI ; PIETRASANTA
anno
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1955
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pagina
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106
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106 Libri ù periodici
velyan, a cai tanto debbono gli studi sull'unificazione italiana ed in specie sull'epopea garibaldina può dunque a buon diritto elogiare l'ammirevole sforzo e la lunga fatica, degnamente coronata, del discepolo {The making of Italy, in Time and Tìde, 8 maggio 1954), pur affacciando garbatamente qualche leggera riserva dì fronte all'interpretazione in complesso troppo sfavorevole per la politica cavouriana-: The reader, in watching these twistmgs and turnings [della politica cavouriana] not ahvuys vcry edifying, must never forget that Cavour mas burdened with the awful responsi!)tlity for the safely of what already existed of free Italy in the face of a hostile Europe, Bis consumatale diplomacy and management of Napoleon, the need for which Garibaldi never comprehended, enabled a united Italy to be made, contrary to Napoleon's wish.
Ma se una implicita od esplicita vena polemica anticavouriana e .filodemocratica scorre attraverso l'opera del M. S., diciamo pure che questa vena sorregge l'immensa pazienza del cercatore, e che questi la vince di gran lunga sul polemista: per di più, tal polemica va inquadrata, come altri ha già bene osservato, nella tradizione della storiografia anglosassone in generale, ed in quella specialmente degli studi inglesi del periodo risorgimentale (N. Valeri, nell'art, CÌL, ha ricordato la tradizionale simpatia degù' storici inglesi da Bolton King a Trevelyan a Okey a Griffitli a Sprigge per Garibaldi e Mazzini e Manin, insomma per gli uomini del partito d'azione, sconfitti nel successo finale, ma idealmente vincitori su un piano più umano ). Sarebbe da aggiungere che nel clima di questo dopo* guerra son divenuti più attuali certi spunti antimachiavellici, che talora han condotto il M. S. a considerazioni storico-politiche astratte e sfuocate (come nel suo saggio su Cavour the Statesman, edito in un numero del Literary Supplement del Times del 3 aprile 1954). Il partito preso del M. S. va dunque chiarito con l'intima ispirazione della sua indagine, e riferendosi a una certa temperie storico* politica], non soltanto anglosassone. Va pure ricordato che, se in Italia il Salvatorelli ha creduto di ravvisare nell'opera del M. S. un'intenzione quasi denigratoria rispetto allo sforzo dell'unificazione italiana (Garibaldi e Cavour nel Messaggero di Roma e nel Secolo di Genova, 29 agosto 1954) in Inghilterra uno storico di tendenze piuttosto radicali* A. P. Taylor, ha saputo trarre dallo studio del M. S. una lezione di realismo politico, sia nel senso di apprezzare la rivalutazione di quel Garibaldi che a tempo e luogo sapeva anche esser politico realista, sia nel senso di valutare più positivamente di quanto aveva fatto il M. S. la parte assunta dai fautori di Cavour e dagli eredi della sua politica nella costruzione dello Stato unitario italiano: notiamo tuttavia che il realismo un po' troppo acre e polemicamente forzato del Taylor si rivela altrettanto inadeguato per comprendere i valori etico-politici che si affermarono, malgrado tutto, nella fase conclusiva del Risorgimento italiano, quanto il moralismo spesso astratto del M. S. ed in tal senso anche le critiche del Salvatorelli, delle quali abbiamo or ora fatto cenno, non ci sembrano affatto ingiustificate.
In sostanza noi ci troviamo di fronte ad un'opera che rimette in questione il problema dell'unità italiana, e nella quale, con procedimento forse ispirato alla tradizione di pensiero empiristico anglosassone, FA. scompone in modo analitico gli elementi dell'unificazione, isolando individui, avvenimenti, atti e stati d'animo, e seguendoli giorno per giorno, anzi quasi ora per ora. Non ascoltiamo soltanto le voci dei due grandi protagonisti, certo, ma tutto un coro rale con essi sulla scena, e la acena muta senza posa, spostandosi da un centro di operazioni all'altro tì M. S. osserva appunto, a pag. 204 del suo studio, che una delle grandi complicazioni nella storia dell'unità italiana consiste nella molteplicità dei separate centres of policy-making, da Torino a Palermo a Napoli, fra la primavera e l'autunno del fatidico 1860): ma inseguendo uomini e fatti il M. S. non si distrac, non perde mai di vista quel problema, o meglio quel gruppo di problemi politici che si è proposto di analizzare a fondo, e che vengono in qualche modo uggan-