Rassegna storica del Risorgimento
CASATI ALESSANDRO
anno
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1955
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pagina
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660
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AMICI SCOMPARSI
ALESSANDRO CASATI
la età di 74 anni, il 4 giugno scorso si è spento ad Arcore il conte Alessandro Gasati, eminente figura del patriziato lombardo e del mondo politico e culturale italiano.
Nato a Milano, il 5 marzo 1881, da famiglia che parte ragguardevole ebbe nelle vicende del nostro Risorgimento lo Scomparso, era infatti, pronipote di Federico e Teresa Gonfalonieri, di Gabrio Casati e di Emilio Moro-sini , la sorte gli riservò la somma ventura di vivere gli anni giovanili in dimistichezza con Ruggero Bonghi, Silvio Spaventa ed Emilio Visconti-Venosta. Il che contribuì non poco alla formazione del giovane, affinandogli, fra l'altro, l'istintivo suo interesse per le cose dello spirito.
Ampiamente è stato scritto da Riccardo Bacchetti ad Alberto Bergamini, a Mario Missiroli, per non citare che i maggiori di Alessandro Casati, uomo politico e di cultura, volontario nella guerra 19151918 ed esponente della Resistenza, e del sacrificio del di lui figlio Alfonso che, allevato al culto della Patria, fece olocausto della propria giovinezza a Jesi, il 6 agosto 1944, combattendo nelle file del Corpo italiano di Liberazione. Pertanto, questa Rassegna lo ricorda solo quale studioso del Risorgimento e promotore d'iniziative intese a-favorire la conoscenza di un'epoca che gli fu sempre oltremodo cara, sino agli ultimi giorni. Al riguardo, mi si consenta un ricordo personale. Il 17 maggio 1954, un lunedì, poche ore prima che egli venisse per la seconda volta ghermito dall'inesorabile male che doveva condurlo alla tomba, stava conversando, nell'accogliente sua dimora di Arcore, con la consorte, contessa Leopolda, il senatore Sauna Randaccio e chi scrive, quando d'improvviso, voltosi verso di me, disse che proprio in quei giorni si era dimesso da tutte le cariche, nazionali e locali, serbando unicamente la Presidenza della Società Storica Lombarda e del Comitato di Milano dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Mentre parlava, mi fu agevole scorgere nei suoi occhi l'intima, profonda commozione che Io turbava.
I suoi primi scritti risorgimentali risalgono al 1912. In tale anno, infatti, il fascicolo di maggio de La Crìtica, la rivista di Benedetto Croce, alla quale il Casati, dopo l'esperienza de II Rinnovamento, si era avvicinato, accolse un suo studio su La letteratura polìtica e il giornalismo in Lombardia verso il 1860. Quindici pagine a stampa in tutto: ma un chiaro ed erudito quadro del giornalismo milanese e lombardo, dalla sconfitta di Novara alla nascita de La Perseveranza. Acuto e preciso, inoltre, l'esame dei giornaletti sociali-steggianti fioriti in Milano tra la fine del '49 e i primi mesi del '50.
Pochi mesi prima, La Critica, nel fascicolo di gennaio, aveva pubblicato una breve lettera dello stesso Casati riguardante i giudizi di Giuseppe Mazzini sullo Hegel e gli hegeliani.