Rassegna storica del Risorgimento
SILVA PIETRO
anno
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1955
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pagina
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666
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666 Amidi scomparsi
Quel passaggio età inevitabile: l'intervento italiano in guerra contro I*Austria-Ungheria, dapprima discusso poi realizzato, aveva riportato l'attenzione degli studiosi sui problemi del nostro Risorgimento, e naturalmente l'aveva portato su questioni politiche, territoriali, strategiche. In Francia, poi, non solo s'andavano pubblicando i documenti diplomatici francesi del periodo del Secondo Impero, la cui storia s'intrecciava così strettamente con quella del nostro paese, ma fioriva una vera e propria scuola di studiosi di storia diplomatica che aveva fatto capo al grande Alberto Sorel, morto nel 1906.
In questo fervore di studi che la guerra aveva rianimato, capitò il Silva, che da allora vi fu preso completamente.
La storia diplomatica del Risorgimento, dopo le vaste ed importanti opere di Nicomede Bianchi e del Chiala, s'era praticamente arrestata, ed è proprio per questo che quelle opere, nonostante i difetti, le incompletezze e gli errori di cui sono talora viziate, sono tuttora indispensabili.
H Silva comprese l'enorme importanza che per gli studi del nostro Risorgimento avrebbero avuto le fonti diplomatiche straniere cosi come il Luzio aveva scoperto le fonti viennesi per lo studio dei processi dei pa-triotti -e si tuffò nelle fonti parigine dando in tal modo l'avvio agli studi diplomatici suoi e di altri che avrebbero dovuto rinnovare la storia diplomatica del nostro Risorgimento.
Nacquero così gli studi su La Convenzione di settembre secondo nuovi documenti edito in Nuova Antologia (maggio 1913), Intorno all'azione dei rifugiati italiani in Francia durante il 1831 in .Rasségna storica del Ri~ sorgimento del 1914 e, sotto l'istanza della guerra mondiale, come ripensamento di vecchi problemi diventati attuali ed alla luce di nuove fonti, il Come si formò la Triplice (Milano, 1915), L'Italia e la guerra del '66 (Milano, 1915) ma, soprattutto, Il Sessantasei: Studi storici (Milano, 1917) opera basata su una completa conoscenza del materiale bibliografico italiano, prussiano, austriaco e francese, e che sfruttava intelligentemente, per la prima volta, i volumi VIX della grande raccolta Les origines diplomatiques de la guerre de 1870-71. L'opera che resta tuttora la più completa sulle nostre vicende di quel funesto anno, è decisamente antibisinarckiana ed antiprussiana (ed in ciò risente profondamente degli anni in cui venne pensata e scritta) ma dà indubbiamente un panorama chiaro dei moventi internazionali ed interni (benché questi ultimi in genere allora poco conosciuti) che condussero l'Italia alle umiliazioni di Custoza e di Ljssa ed alla rinunzia del Trentino.
Ma accanto ed oltre a questi lavori storici, dettati ed ispirati dalle contingenze politiche, il Nostro si rivolgeva ad argomenti ed a periodi più remoti, che gli permettessero il diretto accesso alle fonti archivistiche francesi, allora più generosamente aperte di quelle italiane; ed è da questa esigenza che ebbe origine, dopo il minore lavoro sul carteggio del De Barante (apparso nel Risorgimento italiano del 1913) quel volume La Monarchia di Luglio e l'Italia (Torino, 1917) che resta tuttora una delle opere più insigni del Silva. Infatti questi, giovandosi come s'è detto, principalmente delle fonti del Quai d'Orsay ma non trascurando le fonti memorialistiche ed i carteggi privati, giusta gli insegnamenti del Sorel, spaziò per un periodo di 18 anni indagando sull'influenza che le vicende internazionali ed interne della Francia, ave-