Rassegna storica del Risorgimento
SILVA PIETRO
anno
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1955
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pagina
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670
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670 Libri e periodici
GIOVANNI CALÒ, Momenti di storia dell'educazione; Firenze, Sansoni, 1955, in 8", pp. VIII-368. L. 2000.
fi doveroso ricordare in questa Rassegna il volume del Calò, anche se solo in alcuni saggi sono messe in luce correnti di pensiero e singole personalità che col Risorgimento hanno precisi legami. Pel Calò poi il Risorgimento è pure un grande movimento educativo, non solo perchè grande movimento spirituale, ma anche perchè non vi può essere programma di rinascita effettiva d'un popolo se non si sprigioni dal suo intimo una volontà e una potenza di rigenerazione, cioè d'educazione (p. 201): d'altro lato si tratta di valutare, però, entro quali limiti Cuoco, Mazzini, Lambruschini, Tazzoli, Cavour, ecc. si inseriscano in un rinnovamento educativo, religioso, ecc., e come tendano al fine, politico senz'altro (anche se in forme diverse), della rigenerazione popolare. Democratici e moderati hanno in tal senso profonde divergenze per quanto concerne i metodi, il conte* nulo, l'organizzazione, ecc. dell'educazione.
Proficua è la silloge degli scritti (discorsi, commemorazioni, ecc.) del Calò, che si sofferma sui problemi della letteratura popolare ed infantile (Maria Edgeworth e Raffaello Lambruschini), di grande risalto presso scrittori e patrioti del Risorgimento (cfr. ad esempio gli scritti del Nievo sui contadini), ed illustra poi la figura di un minore , Ottavio Gigli, che merita di essere meglio conosciuto per le sue amicizie, le relazioni epistolari e per l'effettivo contributo offerto in varie direzioni nella sua epoca al rinnovamento nazionale (educazione del popolo; attività editoriali; asili infantili; attività amministrativa; strade ferrate, ecc.). Il Gigli, infatti, se è una figura secondaria, è insieme ottimo esempio di mi costume e di un gusto che caratterizzano il suo tempo.
Rintracciate le origini del positivismo pedagogico ed i legami di questo movimento con la contemporanea filosofia europea, il Calò si sofferma sui più importanti rappresentanti della scuola e della cultura della seconda metà del secolo XIX, mettendo in rilievo non tanto il valore di ogni singola personalità quanto piuttosto gli aspetti comuni del pensiero e dell'attività pedagogica, i motivi ispiratori, ecc. che affratellano pedagogisti e filosofi.
Utilissimi, a giustificazione del valore del pensiero italiano del secolo scorso, sono i profili del Siciliani (del quale sono posti in luce i rapporti col positivismo, l'intransigente laicismo, il ripensamento del Vico, la filosofia scientifica, Io sperimentalismo nell'educazione, ecc.) e dei Colozza (cfr. l'influenza dell'An-giulli, il superamento però dello scientismo, il concetto di pedagogia dello sforzo, il ripensamento dei maggiori pensatori del '700 ed '800, ecc.).
Senza volere compiere una rivalutazione del positivismo, il Calò sottolinea con acutezza i motivi ricorrenti presso i diversi pensatori, e l'attività esplicata da educatori, scrittori, uomini politici, ecc., sia per la democratizzazione della scuola, sia per la diffusione della cultura. Ricordando le tendenze democratiche e illuministiche del positivismo (italiano ed inglese) si può concludere che esso fu una spinta poderosa a far sentire più attuale il problema della scuola popolare e la responsabilità e il compito dello Stato in materia scolastica, cioè la funzione, ì diritti, le necessità di sviluppo della scuola pubblica (p. 274).
RENATO GIUSTI
EMILIO BONOMEI.U, l Papi in campagna. Prefazione di Silvio Negro (La nave dì Ulisse, 7); Roma, Casini, [19531, in 8, pp. XIL513. L. 2.800.
uno dei libri che vi fa piacere avere in biblioteca, anche se l'argomento e Vi cinquantuno magnifiche iIIustrazioni non offrano nuovi spunti alla problematica e lascino in riposo la dialettica della storia. Le giovani sperante della storiografia