Rassegna storica del Risorgimento

SILVA PIETRO
anno <1955>   pagina <675>
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Libri e periodici 675
PIETRO RICODON, Gli eletti alle Assemblee veneziane del 1848-49; Venezia, a cara del Comitato Regionale Veneto per la celebrazione centenaria del 184849, 1950, in 8<>, pp. XLIX-270. S. p.
Felice esempio, questo del compianto professor Rigobon, di quello che si dovrebbe fare e non si fa per le varie assemblee politiche italiane dal 1796 in poi. Tranne pochi saggi sporadici (Casini, Da Como, Degli Azzi, per citare i più noti), il più deHe volte lo studioso non sa dove battere il capo per una qualche seria notizia sui personaggi minori delle diverse esperienze parlamentari dell'Italia del Risorgimento. Si dice apposta dei minori, che degli altri, di quelli dal nome impor­tante, tutti sanno, o presumono di sapere. L'opera del Rigobon, preceduta da una succosa introduzione è completata da un copioso e sicuro indice dei nomi, nel quale, accanto a quelli dei 270 eletti alla Assemblea principale e alla permanente, figurano preziosi riferimenti agli uomini che furono legati alle vicende veneziane sul cui sfondo si mossero quei rappresentanti del popolo veneto. ***
CELEBRAZIONE CENTENARIA DEL 184849. COMITATO REGIONALE VENETO. UNIVERSITÀ DI PADOVA, La Repubblica Veneta nel 1848-49. Volume IT, Documenti diplomatici. Carteggio di G. B. Castellani (ministro di Venezia a Roma, 1848-49), a cura di MARIA CESSI DRUDI; Padova, Cedam, 1954, In 8 gr., pp. XV-805. L. 4.800.
Le vicende romane del 184849 in questi ultimi anni hanno provocato la pub­blicazione di utili raccolte documentarie, quali quelle dei dispacci dei ministri e dei consoli statunitensi a Roma (v. Rassegna, a. XXXIX, 1952, pp. 87-90), dei rappresentanti sardi a Roma e a Gaeta (ivi, pp. 91-92), del ministro dei Paesi Bassi presso la Santa Sede Augusto de Liedekerke de Beaufort. Ora, con le corrispon­denze dell'inviato veneto a Roma Castellani, le nostre conoscenze ricevono un notevolissimo incremento. Non è il caso di insistere a lungo su questo pregevole volume, largamente annunciato da precedenti, preziose monografie dell'autrice stessa (v. Rassegna, a. XI, pp. 83-86) e di Roberto Cessi (ivi, pp. 582-584). Un patriota veneto del 1848, della prima, e 11 mito di Pio IX, del secondo, ci hanno, infatti, largamente informato sulla personalità del Castellani e sulla sostanziale importanza del suo carteggio, ma la nuova rapida prefazione di Maria Cessi Drudi giova a caratterizzare meglio la figura del giovane improvvisato diplomatico e a farci mag­giormente sentire la calda drammaticità della sua testimonianza sul tempo e sugli uomini. Documenti non di un individuo solo, anche se trasparente interprete del sentimento e della volontà di una minoranza, ma di molti individui, per cui la sua personalità, pur robusta, si confonde nel coro di voci emerse istintivamente, densa di solenne significato (Prefazione, p. X). Non in tutto, naturalmente, ci sentiamo di poter accettare i giudizi del Castellani sulla situazione romana, ma crediamo di non andare errali scorgendo nei suoi dispacci qualche segno di quel latente contrasto tra Mazzini e una parte dell'Assemblea Costituente individuato in questi ultimi anni da un gruppo di studiosi romani. Mazzini che confida a Castel­lani (p. 642, 20 marzo 1849) che se quella seduta [dell'Assemblea in comitato segreto] fosse nota agli stranieri, anziché ridere di noi, ci getterebbero il fango in viso , non può, per lo meno, andar d'accordo con quelli tra i rappresentanti del popolo che colpisce con il suo biasimo. Né potranno confondersi facilmente in uno solo i tre partiti nei quali sci giorni dopo (p. 657) riconosce divisa l'As­semblea. Nella quale più d'uno doveva condividere l'idea di chi aveva detto al Castellani che Mazzini non ha fama di pratico (p. 662) o temeva con lui che non avesse portato al potere che le idee *v tanto più che, in generale, il suo nome spaventa, e non affida (p. 667). E non è senza significato quanto il Castellani scrive al Rubini, il 2 luglio, dandogli conto di quello ohe era accaduto in Assemblea