Rassegna storica del Risorgimento
SILVA PIETRO
anno
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1955
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pagina
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726
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726 VUa dell'Istituto
ressanti discussioni, sotto la presidenza del prof. Nino Cortese, e una serie di comunicazioni particolari. L'interessante ma non nuovo, né inatteso, contrasto tra storici politici, o, meglio ancora, etico-politici, e storici sociali, ha dato orìgine a spunti e rilievi di particolare significato, suggerendo, direttamente o indirettamente, temi di studio e di congressi futuri.
Si sa come succede in questi casi: tutti trovano che Tizio e Caio potevano fare a meno di parlare, mentre lui, Sempronio, aveva da dire qualche cosa di fondamentale. Il guaio è che Tizio e Caio, nei riguardi l'uno dell'altro e, con) commovente unanimità, in quelli di Sempronio, sono di parere diverso... Certo, sarebbe bene ridurre il numero delle comunicazioni a quelle, come dire, extra dry o tre stelle, come da tante parti si propone, ma chi è cosi generoso e altruista da acettare la eliminazione? La corrispondenza di questo e di altri congressi è estremamente istruttiva al riguardo. D'altro canto, pur avendo di mira, come è nelle intenzioni del Consiglio di Presidenza, una impostazione sempre più scientifica dei nostri congressi, non può essere mai trascurato il fatto rappresentato dalla esistenza degli studiosi locali. Abituare questi a uniformarsi sempre più alle esigenze della scienza è doveroso, ma sempre sulla base di un'opera di persuasione, non di superbo disdegno.
Come pure non sarà male che quanti onorano della loro presenza i nostri congressi si convincano che l'Istituto va per la sua strada, che è quella della serietà scientifica, senza compromessi di alcun genere con la politica, in un senso o nel* l'altro. E come non ha bisogno di lezioni o di plausi perchè pone o non pone questo o quel tema a fondamento delle sue riunioni scientifiche, né si preoccupa di riconoscere a questo o quello la funzione e il compito di santo del giorno, così intende non rinunciare alla propria libertà, dì interpretare idee, uomini ed eventi. Per lo storico non c'è altro tabù che quello che gli viene dalla propria coscienza di storico. Je prends mon bien où je le trouve, può essere benissimo il motto dello studioso di storia del Risorgimento. Il quale, a Venezia, ha appreso anche come un tecnico, un uomo d'azione, possa essere accolto con ammirata simpatia nella famiglia di coloro che sono attratti da altri e ben diversi problemi. Per questo gli applausi alla relazione del dott. Marino iti non sono stati gli applausi d'occasione e di complimento, ma l'espressione del convinto riconoscimento sulla utilità del prezioso apporto recato ai nostri studi.
Di questa gradita sorpresa, della importanza dei lavori e dei risultati raggiunti e delle indimenticabili accoglienze prodigate loro a Venezia, a Chioggia e a Vicenza, dove i congressisti hanno potuto risalutare nel Prefetto il loro vecchio amico di ieri, di sempre, l'antico Presidente della Zona A del Territorio libero di Trieste, prof. Gino Palutan, sarà opportunamente detto nel prossimo volume degli Atti del -XXXIV Congresso. Basti, per ora, esprimere ancora una volta la riconoscenza dell'Istituto a quanti hanno collaborato al successo pieno della riunione, come il prof. Giovanni Maver, per la sua elevatissima rievocazione del Miekiewicz, pronunciata innanzi ad un magnifico pubblico la sera del 22 a Palazzo Grassi, e dare appuntamento ai soci per l'anno prossimo, a Torino.
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SOCI VITALIZI. Era consuetudine dell'Istituto pubblicare l'elenco dei
propri soci vitalizi (ved. Rassegna, a. XXVI (1939), pp. 521-524, a. XXVH (1940), pp. 328-331, 801-804, a. XXVIII (1941), pp. 143-147, 895-899, a. XXIX (1952), pp. 890-896). La mancanza di spazio ha impedito negli anni successivi di continuare a dare i nomi di quei benemeriti sostenitori, ebe, nel 1953, raggiunsero la cospicua cifra di :;il (Rassegna, a. XXX (1943), p. 432). Nel riprendere la pubblicazione dell'elenco dei vitalisti diamo la precedenza ai nomi di coloro che hanno inizialmente versato