Rassegna storica del Risorgimento
TOSCANA ; RESTAURAZIONE
anno
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1956
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pagina
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26
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5 Alberto Aquarone
rcbbe più estesa l'inquietudine e subentrerebbe al solito dopo la prima impressione finora utile, il sentimento della compassione, che si genera sempre quando per affari di simile natura si deve agire sopra molti, e pur troppo in questo caso si dovrebbe agire sopra i sedotti piuttosto che sopra i seduttori. Parole queste nelle quali è evidente la costante preoccupazione dei governanti toscani di evitare per quanto possibile di portare senza una vera necessità, con delle repressioni di vasta portata, lo scompiglio nell'opinione pubblica e di turbare con dei processi inutili la tranquillità del paese e delle istituzioni, che d'altra parte gli stessi eventuali imputati non erano stati per nulla in grado di minacciare.
Le misure che invece il Buon Governo, d'accordo con gli altri dipartimenti della pubblica amministrazione, proponeva per fronteggiare la situazione ed evitare ogni turbamento della pubblica quiete erano: trmawKj tutto non procedere all'arresto ed all'incarceramento di quanti si fossero resi colpevoli soltanto di semplice adesione alle associazioni segrete, limitandocisi nei loro confronti a semplici misure disciplinari;*) intimare a coloro che si fossero più gravemente compromessi di lasciare temporaneamente il Granducato, oppure di ritirarsi a dimorare nei luoghi indicati dalla polizia e nei quali potessero essere oggetto di rigorosa sorveglianza;2) destituire, ma anche ciò solo nei casi più gravi, gl'impiegati pubblici implicati nell'attività delle sette;3) infine proseguire le indagini al solo scopo di giungere all'individuazione degli istigatori e dei capi delle sette. *) E la relazione così concludeva: Sembra ancora al Consiglio che a quest'affare, almeno come si presenta finora in rapporto alla Toscana, convenga piuttosto l'esercizio del potere censorio e direttivo, che quello della Giustizia punitiva, si perchè il male essendo nel suo principio, possono bastare le misure proprie del detto potere direttivo, che sono le più temperate e limitate; sì perchè nonpotrebbero applicarsi le misure della Giustizia punitiva senza un apparato di forme, e senza un movimento che implicherebbe una quantità di persone e di famiglie, e farebbe insorgere una inquietudine più nociva al Governo di quello che non potessero essere utili i resultati da ricavarne.
Questa relazione dei ministri toscani, relazione che fu pienamente approvata dal granduca, è quanto mai indicativa della larghezza di vedute e della sanità di giudizio di quel governo nei confronti della carboneria e dei movimenti settari in genere. I governanti di Firenze compresero bene che, netta situazione particolare della Toscana, dove assai scarso era il malcontento popolare e dove praticamente insignificanti erano le forze sowerti-
1) Proporrebbe a tale effetto ÓU non dar seguito a procedure o carcerazioni qnando si tratti di semplice adesione alle nuove Bette per parto di giovani sedotti, o dì persone, che secondo le verificazioni finora fatte, non abbiano la qualità di istigatoci o direttori di tali associazioni. Di poter peraltro sottoporre anche questi individui a quelle correzioni e discipline di Censura, ohe saranno adeguate alle circostanze loro e delle famiglie.
3) Di poter rispetto a quelli ohe compariscano più gravemente imputabili, intimar loco una temporaria assenza dallo Stato, per non rientrarvi senza licenza, od obbligandoli ad una coatta dimora in luoghi dove possano essere mano pericolosi, o pia sorvegliati.
3) Di render conto olle 11. e RR. Segreterie di quelli fra costoro che appartenessero alla classe degl'Impiegati, onde sopra i medesimi, secondo le risultanze delle verificazioni, potesse adottarsi o la misura della sospensione dall'Impiego, o anche la destituzione.
*) Di proseguir con accortezza le indagini per il solo effetto di arrivare quanto si può alla scoperta dei capi ed istigatori.