Rassegna storica del Risorgimento

TOSCANA ; RESTAURAZIONE
anno <1956>   pagina <30>
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30 Alberto Aquarone
dove era stato creato dal Lancaster, donde anche il loro nome di scuole lancastcriane, era fondato sul principio che il maestro istruisse i migliori fra i suoi alunni i quali, a loro volta, avrebbero dovuto insegnare ai loro stessi compagni quanto avevano appreso; erano dunque scuole di carattere popo­lare, destinate.a diffondere i primi principi d'istruzione ad un gran numero di giovani anche senza un adeguato numero di insegnanti, ovviando così alle eventuali deficienze di mezzi finanziari. Certo, si trattava di un metodo la cui efficacia pedagogica può lasciar parecchi dubbi, ma che era senz'al­tro assai utile in tempi in cui i mezzi destinati all'istruzione popolare erano assai scarsi; e pur limitandosi necessariamente l'insegnamento impartito nelle scuole lancastcriane al leggere, allo scrivere ed alle quattro operazioni aritmetiche, i risultati con esso conseguiti non furono nel complesso di scarso rilievo.
In Firenze si occupò attivamente dei problemi concernenti l'istruzione popolare l'Accademia dei georgofili, di cui facevano parte i più insigni rap­presentanti della cultura scientifica toscana del tempo, e fu appunto in una seduta dell'Accademia che il marchese Cosimo Ridoni annunziò, il 3 gennaio 1819, che si sarebbe aperta nella capitale una prima scuola di mutuo inse­gnamento, cui egli intendeva dar vita insieme a Carlo Pucci, Luigi Tempi, Guglielmo Altoviti, Luigi Scrristori e Ferdinando Tardai; e l'annunciata istituzione ebbe infatti vita il 1 maggio seguente con notevole successo.2) L'anno successivo i georgofili, decisi a proseguire sulla via felicemente intra­presa per apportare alle classi più umili i benefizi dell'istruzione, fondarono, allo scopo di meglio organizzare i loro sforzi, una società di mutuo insegnamen­to, che aperse l'anno successivo una scuola. L'attività di tale società, che non rimase circoscritta a Firenze, ma si estese a tutto il Granducato, fu partico­larmente proficua tanto che, nell'assemblea del 13 marzo 1828 della società, venne constatato con comprensibile soddisfazione che le scuole di mutuo insegnamento erano attualmente in numero di venticinque, di cui quattro nella capitale e le rimanenti nelle provincie.2) Inoltre, nei primi otto anni della sua attività, avevano ricevuto l'istruzione elementare a cura della so­cietà, e nella sola Firenze, 2124 individui, appartenenti per la maggior parte alle classi più povere. 3)
Come si vede, alla carenza delle pubbliche autorità nel settore dell'istru­zione pubblica sopperirono la buona volontà ed i sacrifìci finanziari disinte­ressati di molti privati cui la Toscana andò debitrice delle sole iniziative e dei soli risultati concreti realizzati in questo settore nel periodo della Re­staurazione.
La politica economica del governo lorenese presenta, durante tutto il periodo in esame, una caratteristica fondamentale che la contraddistingue da quella praticata da tutti gli altri stati italiani; essa si mantenne cioè so­stanzialmente fedele al principio liberista, assicurando al paese un intensità di traffici e di attività commerciali che gli consentirono di godere, anche nelle congiunture meno favorevoli, di un non trascurabile grado di benes-
1) Cfr. F. BALBASSERONI, II rinnooammtai eoe, oit., p. 104; L. BrcOLFi, Cosimo Ridoni, ecc., cit. p. 40.
a) Cfr. L'Antologia, Tomo XXX, pròle-giugno 1828, A. p. 73. 3) Cfr. VAntologUh Tomo XXVI, apnto-gingno 1827, C P- 164.