Rassegna storica del Risorgimento
TOSCANA ; RESTAURAZIONE
anno
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1956
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pagina
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32
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32 Alberto Aquarone
Vitale interesse pei l'economia toscana, fu dibattuta nel 1824 anche in Reno ali1 Accademia dei georgoiìli, che di una tale discussione su basi scientifiche costituiva la sede più idonea; anche là però la tesi favorevole al liberismo economico trovò validi sosteutori in Gino Capponi e Cosimo Ridolfi, né il governo granducale trovò opportuno deflettere dalla politica economica fin allora seguita, pur di fronte alle rimostranze ed alle pressioni che gli giungevano da più parti. Ed anche in seguito gli ulteriori tentativi di introdurre in Toscana il dazio sul grano furono condannati al fallimento. "
La politica antiprotezionistica seguita dal governo del Fossombroni, stimolando una più intensa ed attiva vita commerciale in tutto lo stato, portò come conseguenza ad un notevole rigoglio economico che si rese assai evidente, com'è naturale, nel principale porto del Granducato, Livorno, che negli anni che seguirono la Restaurazione vide rifiorire i suoi traffici in misura quanto mai notevole, tanto che essi raggiunsero nel 1828 una cifra mai raggiunta prima d'allora,s) specialmente elevata se paragonata con il periodo dell'occupazione francese, quando il blocco navale praticato dagli Inglesi come rappresaglia alla politica napoleonica d'isolamento economico dell'Inghilterra, aveva causato una rilevante flessione del movimento commerciale del porto livornese.
In conseguenza di questo ridestarsi d'attività economiche si ebbe, durante tutto il perìodo della Restaurazione, un forte afflusso a Livorno di mercanti e di mano d'opera, operai e braccianti, attirativi dai nuovi possibili guadagni. Di modo che la popolazione della città, da 55.066 abitanti nel 1814 salì rapidamente a 63.304 nel 1824 ed a 71.620 nel 1834.3>
Un altro segno del notevole grado di prosperità economica raggiunto dalla Toscana durante la Restaurazione, almeno quando si confrontino le sue condizioni a quelle esistenti nel medesimo periodo nella maggior parte degli altri stati italiani, è costituito dal bilancio dello stato, chiusosi sempre allora con un rilevante attivo. Nel 1824, in particolare, le entrate generali dello stato ammontarono a 19.114.191 lire toscane, le uscite a 16,060.332, con un avanzo, quindi, di oltre tre milioni dì lire toscane. Secondo lo Zobi, inoltre, gli avanzi cumulati dal 1 maggio 1814 al dicembre 1824 raggiunsero la cospicua cifra di 16.755.581 lire toscane. 4) È vero, a questo proposito, che un tale avanzo presentato costantemente dal bilancio erariale è da accogliersi nou senza riserve, in quanto sta a dimostrare, se non altro, una certa superficialità ed incompetenza del governo granducale in questo campo, nel senso che chi è posto alla direzione delle finanze di uno stato ha il compito non di accumulare liquidi nelle pubbliche casse, ma di dosare ed equilibrare avvedutamente le spese con le entrate, aumentando le prime a mano a mano
0 Cfr. A. ZOBI, Manuale storico, ecc., cit., p. 369.
2) Cfr. C. SPEUIANZON, Storia del Risorgimento, ecc., cii., voL II, p. 159.
') G. PARDI, Disegno della storia demografica di Livorno, in Archivio storico italiano, 1918, voi. 1. pp. 71 e 82. Sullo sviluppo economico del porto di Livorno dorante la Restaurazione cfr. anche E. RISPETTI, Dizionario geografico fisico storico detta Toscana, Firenze, 1835, voL II, pp. 751 e sgg. Significativo tra l'altro il notevole incremento, rispetto al periodo della dominazione francese, del movimento di navi, incremento ohe risulta in maniera evidente dalle seguenti cifre: nel 1808 erano entrati nel porto di Livorno 1733 bastimenti a vela; nel 1813, 2997; tali cifre salirono a 5339 nel 1815, e 5876 nel 1825.
*) A. ZOBI, Memori ecc., cit., voi. 1, p. 166.