Rassegna storica del Risorgimento

1859 ; INGHILTERRA ; MALMESBURY, JAMES HOWARD HARRJS, LORD
anno <1956>   pagina <58>
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58 Harry II e arder
L'intuito di Malmesbury era troppo limitato per lasciargli intrawedere gli splendidi risultati che dovevano scaturire dalla guerra del '59. Dopo l'inizio delle ostilità, la sua politica si limitò alla conservazione di un'impar­ziale neutralità, e allo sforzo di localizzare la guerra. Esistono prove ohe a lui tocca in gran parte il merito di aver trattenuto la Prussia o la Germania dall'entrare in guerra come alleati dell'Austria; ma è questo un argomento che non può essere trattato nella presente sede
Durante tutta la crisi il tono della corrispondenza di Malniesbury con l'Imperatore ed il governo francesi si era mantenuto eccessivamente intimo e personale, e ciò contribuì a privare la sua politica del necessario tono di autorità. La sua amicizia per Napoleone lo induceva a limitarsi a querule ed inefficaci rimostranze quando si accorgeva di essere stato ingannato. Ma l'alleanza anglo-francese come forza basilare della politica internazionale rimase vàlida durante il ministero di Malniesbury. Mentre le truppe fran­cesi e piemontesi combattevano fianco a fianco nella pianura di Lombardia, truppe inglesi e francesi erano unite nelle operazioni in Cina; e nelle tratta­tive con il decrepito Impero Cinese i diplomatici francesi ed inglesi lavora­vano all'unisono.
Le relazioni di Malniesbury con il governo austriaco, d'altra parte, erano mal coltivate. Il Conte Apponyi, Ministro austriaco a Londra, non godeva la piena fiducia del suo governo. II ministro inglese a Vienna, Lord Augustus Loftus, era un diplomatico scadente, e i soli contatti personali di Malmesbury con il conte Buoi, nel 1852, erano stati piuttosto penosi. L'improvviso ultimatum austrìaco, presentato a Torino a dispetto di tutti, i consigli di Malmesbury, sta a provare che l'Inghilterra non era adeguata­mente rappresentata ne aveva sufficiente influenza a Vienna.
Le ragioni del fallimento di Malmesbury nel 1859 sono da ricercarsi nella sua mancanza di fiducia in Cavour, nella sua indebolita influenza a Vienna, e nella convinzione che la questione italiana si dovesse affrontare con cautela e moderazione. Ma egli aveva dimostrato una fondamentale ripugnanza per la posizione austriaca in Italia, e si era mostrato ansioso di affrettare riforme nei Ducati e negli Stati Pontifici. Alla base di tutte le sue azioni stava l'appassionato desiderio di mantenere la pace in Europa, ed a questo fine spiegò tutto il suo zelo fino all'estremo, quando svanì anche l'ultima speranza di successo.
HARRY HEARDER
(Trnd. di ANNA HEAHDEH)