Rassegna storica del Risorgimento
1869 ; ECONOMIA ; FINANZA
anno
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1956
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pagina
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59
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LA RIVOLTA DEL MACINATO (1869)
Cronistoria dei tumulti, La legge della tassa sul macinato, approvata dal Parlamento il 21 maggio 1868, ammetteva due modi diversi di applicazione, due metodi di accertamento della materia tassabile: il primo il contatore meccanico, l'altro le dichiarazioni opportunamente verificate. A questo secondo avrebbe dovuto ricorrersi soltanto temporaneamente e parzialmente nei mulini in cui il contatore meccanico non avesse potuto venire installato entro il termine di entrata in vigore della legge; senonchè il corso degli avvenimenti capovolse questa previsione e creò uno stato di cose favorevole alle più complicate e pericolose conseguenze.
Il Ministero delle Finanze nominò una Commissione incaricata di indire un concorso per l'adozione di un contatore che fosse idoneo, e la scelta cadde su due modelli, l'uno italiano di Thibaud e Gabuone e l'altro francese inventato da Flechet. Furono necessarie varie esperienze e modifiche a questi apparecchi poiché pur rispondendo allo scopo andavano soggetti ad oscillazioni continue quando si trattava di applicarli ai pali delle macine di mulini antiquati, per cui si arrivò al tardo autunno mentre da un lato i contatori non erano ancora stati costruiti, e dall'altro lee sigenze finanziarie del bilancio dello Stato non consentivano di dilazionare la riscossione della tassa. Si ci dovette allora ridurre al sistema di pagamento in base al prodotto presuntivo della macinazione di ciascun mulino per cui le Agenzie delle Imposte avrebbero dovuto convenire un contingente con ogni singolo mugnaio il quale era poi tenuto a versare una cauzione e a fare da esattore della tassa esigendo la riscossione di 1 lira per quintale di cereale macinato. I mugnai furono naturai' mente insoddisfatti di un sistema così macchinoso: ritenevano gravosi gli accertamenti degli agenti delle tasse; si trovavano in difficoltà nel dare la cauzione; temevano che la funzione di esattori li rendesse odiosi di fronte alla popolazione. A ciò si aggiungeva che nel secondo semestre 1868 in previsione dell'applicazione della tassa i contadini avevano macinato quasi tutto il loro grano onde i mugnai, sapendo che per qualche mese avrebbero avuto pochissimo lavoro, non volevano assoggettarsi a pagare una tassa di macinazione che, quantunque bassa, sarebbe stata superiore a quella che essi avrebbero potuto riscuotere dai rari clienti nei primi mesi dell'anno*
Per tutte queste ragioni essi avrebbero visto con piacere ohe nelle popolazioni, di per sé già ostili, si fosse sviluppato un movimento di resistenza alla tassa e non pochi decisero di cessare la macinazione col primo di gennaio; fu un vero e proprio sciopero dei mugnai.
In molti luoghi la chiusura dei mulini, che ebbe un effetto disastroso sulla immaginazione dei contadini, e in altri semplicemente l'inizio dell'obbligo di pagamento della tassa furono le cause occasionali dei moti del macinato che si ebbero un po' in tutte le provinole d'Italia, specialmente nel set-