Rassegna storica del Risorgimento
1869 ; ECONOMIA ; FINANZA
anno
<
1956
>
pagina
<
60
>
60
Fernando Manzotti
toninone,*) ma solo nell'Emilia assunsero un carattere allarmante di rivolta: fu ritenuto necessario fare ricorso all'Autorità militare per il ristabilimento dell'ordine pubblico. I disordini ebbero tuttavia una durata breve, dai dieci ai quindici giorni, e, come avremo modo di documentare, non paiono preor-ganizzati e proprio per la loro disorganicità sono un sintomo di un malcontento che va oltre l'episodio del macinato.
Nelle settimane precedenti la chiusura dei mulini, il governo di Mena-brea aveva incaricato i Prefetti di tastare gli umori delle popolazioni e saper dire quali eventuali reazioni sarebbero state da attendersi. I sindaci della provincia di Reggio,a) convocati dal Prefetto, furono concordi nel dichiarare che la tassa sul macinato avrebbe suscitato profondi malumori; alcuni fecero temere gravi ostacoli, altri suggerirono delle modificazioni alla legge che apparvero assolutamente fuori tempo. Quasi tutti però esclusero il timore di gravi violenze prevedendo semplici dimostrazioni.
La prima manifestazione si ebbe infatti il 21 dicembre a Gattatico 3> ove una (rotta di gente si presentò al Sindaco per indurlo all'abolizione della tassa sul macinato. Essendo stato loro risposto che facessero la domanda per iscrìtto, la stesero e la presentarono. La domanda in quella forma e condizioni era assurda da un punto di vista legale ma i dimostranti, a detta del Prefetto, credevano in buona fede di esercitare pacificamente il diritto di petizione e quelli che presentarono lo scritto erano i meno illetterati fra quei contadini.
Ciò risultò non solo dalle informazioni del Sindaco ma anche dall'esame degli individui compiuto a Reggio neU'ufiicio di P. S. ove furono invitati a comparire.
Cinque giorni trascorsero tranquilli. Ma il giorno successivo al Natale a Castelnovo di Sotto, 4) capoluogo del mandamento cui apparteneva Gattatico, una folla di 300 persone si presentò al Comune gridando Vogliamo essere esonerati dalla tassa sul macinato: voleva imporre al Sindaco di presentare una petizione al governo. Questi ai rifiutò ed ingiunse alla moltitudine di ritirarsi. Obbedirono, e per quel giorno non accadde altro. H giorno dopo tornò una turba di contadini dalla frazione di Cogruzzo e salì alla casa comunale al grido di A il macinato. Ripetè la domanda del giorno precedente, ebbe uguale risposta. Questa volta tutte le buone ragioni del Sindaco a nulla valsero. Veduta in un angolo della sala la bandiera nazionale, la turba se ne impossessò, la gettò giù nella strada calpestandola nel fango e riducendola in pezzi e l'avrebbe forse portata via se un cursore comunale non l'avesse difesa con la baionetta, alla vista della quale i più sfrenati non sentendosi sostenuti dalla moltitudine desistettero e si allontanarono. Due di essi furono arrestati per opera del Sindaco e altri arresti vennero effettuati il giorno seguente per opera dell'Ufficio d'istruzione
"0 L'Italia meridionale ebbe rari tumulti poiché aveva già sperimentato la sua rivolta pochi anni prima col brigantaggio*
*) Relazione del Prefetto di Reggio, Scelti, al generale Cadorna in Julia Centrale, 20 gennaio 1869.
3) Ibidem*
4) Italia Centrale* 28 dicembre 1869; Cronaca manoscritta Camuxani a dota 26 dicembre 1868 (Archivio di Stato di Reggio Emilia).