Rassegna storica del Risorgimento

1869 ; ECONOMIA ; FINANZA
anno <1956>   pagina <62>
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Fernando Manzoni
Lo stesso giorno a Borctto, ') paese posto sul Po, circa 400 contadini si recarono alla casa di un assessore gridando /A. il macinato ! W la Repub­blica! W Francesco V! W l'Imperatore d'Austria! W il Papa! e scagliando pietre contro le finestre. Il facente funzione di Sindaco, visto l'assembramento, ordinò l'apertura dei mulini e si macinò senza pagare la tassa. A S. Croce di Boretto si radunarono circa 300 contadini per suonare a stormo le campane, ed avuto divieto dal campanaro salirono il campanile con una scala a mano e suonarono; all'apparire della forza pubblica sì dispersero. A Ciano d'Enza una moltitudine si recò ai mulini e costrinse i mugnai a macinare. Non avendo grano di sorta, andarono a prenderne un poco da un proprietario vicino cui lo restituirono ridotto in farina. Bastò quindi loro la violazione della legge. Lo stesso avvenne a S. Polo e a Cadelbosco di Sotto.
Le suddette località del reggiano in cui avvennero i tumulti sono tutte situate ad occidente dalla parte della provincia di Parma nella quale pure nei paesi confinanti con la provincia di Reggio j si verificarono le prime avvisaglie di torbidi sullo scorcio del 1868.
Fin dal 15 dicembre il Prefetto di Parma aveva informato il governo 2) ebe non aveva trovato tutti i Sindaci favorevoli alle forme d'applicazione della tassa, che esisteva il pericolo di veder chiusi i mulini, ebe i mugnai si rifiuta­vano di cooperare all'applicazione della legge anche per effetto della propa­ganda della stampa d'opposizione e dei partiti estremi, e che sarebbe stato opportuno trovare gran numero di individui esperti nelle operazioni di maci­nazione, magari tratti dalle file dell'esercito, per sostituire al momento op­portuno l'opera dei mugnai; aveva rilevato inoltre che i sindaci non potevano agire con energia trovandosi alla vigilia della loro scadenza e preoccupati essi pure della odiosità con cui l'animo del popolo circondava la tassa.
La prima dimostrazione non cruenta avvenne a Collecchio il 27 dicembre: alcuni fischi a dei mugnai recatisi in Municipio a trattare la tassa, alcune grida /A. il macinato , l'arrivo di 20 bersaglieri per dare l'esempio di una pronta repressione. Il 1 gennaio dimostrazioni e disordini si propagarono a Monte-chiarugolo, Cortile S. Martino, S. Donato d'Enza, Merore, Traversetolo, Fe­lino. A Felino 3 carabinieri vennero a collisione con la moltitudine dei sedi­ziosi e furono costretti a fare uso delle armi: caddero 3 contadini e rimase ferito da un colpo di stile il brigadiere dell'arma. 8)
La mattina del 2 a Parma vi fu una specie di invasione della città da parte del contado descritta in modi contrastanti dai giornali cittadini.
La ministeriale Gazzetta di Parma si limitò a riferire che torme di conta­dini entrati in città si assembrarono davanti alla Prefettura, un gruppo di essi aveva una bandiera su cui era scritto /A il macinato. In parecchi luo­ghi i gruppi vennero sciolti dai bersaglieri e dalla cavalleria con numerosi arresti. Alcune persone chiesero al Prefetto di sospendere gli effetti del maci­nato: e cosa ingenua poiché in un paese libero tale domanda va fatta al potere legislativo. Secondo invece il foglio repubblicano II Presente i contadini, introdottisi in città per la porta di S. Michele, si recarono dal Prefetto per
*) Italia Centrate, 2 gennaio 1869.
2) Relazione del Prefetto di Parma al Ministero dell'Interno, Atti Parlamentari della Camera, 20 gennaio 1869.
3) Gazzetta di Parma, 2 gennaio 1869.