Rassegna storica del Risorgimento

1869 ; ECONOMIA ; FINANZA
anno <1956>   pagina <64>
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Fernando Manzotti
Una insurrezione più preoccupante e pericolosa, giacché la montagna è condizione propizia ad ogni genere di bande e perchè minacciava le comuni­cazioni fra Reggio e la media e alta montagna appenninica, si ebbe a Casina,l) comune posto sulla strada che conduce a Castelnuovo Monti e Cer­reto a poco meno di 30 km. da Reggio. Nei giorni 2, 3 e 4 gennaio molti con­tadini si assembrarono al solito grido ed erano guidati dal luogotenente e dal capitano della Guardia Nazionale. Fu spedita truppa sul luogo che incontrò una masnada di insorti comandata dal luogotenente della Guardia Nazionale Domenico Ferrari e la mise in fuga arrestando il capo. I rivoltosi accolsero la truppa a fucilate presso Panilo; caricati, si ritirarono lasciando sul terreno un ferito e vari prigionieri. L'indomani il sostituto procuratore del Re tor­nando di là fu fatto segno ad una scarica di fucili che riuscì anch'essa innocua. In questa zona si formò una vera e propria banda, alla testa della quale ài posero i fratelli Manini, banda della quale esamineremo il carattere ed il significato.
Lo stesso giorno a Bagnolo in Piano soliti assembramenti, a Cavriago i ribelli sfondarono la porta del corpo della Guardia Nazionale asportando 23 fucili e le grida furono di morte ; a Novellare erano un migliaio ma la Guardia Nazionale appoggiò i carabinieri e protesse il paese. Viceversa in molti luoghi, come a Scandiano, Correggio, Fabbrico, oltre che in montagna, la Guardia Nazionale non fece il proprio dovere; infatti o ai lasciò disarmare senza opporre resistenza o si schierò senz'altro dalla parte dei contadini. Essa era un corpo civico sorto nel clima del Risorgimento nel quale erano stati assor­biti non pochi elementi ex mazziniani ed in questa circostanza non si rivelò un sicuro fattore di legalità ed un valido strumento della politica della Destra.
H giorno 3 gruppi di contadini tentarono di entrare in Parma 2) dalla parte di S. Croce ma le guardie e le truppe li respinsero; rimasti compatti e numerosi fuori dalla porta, fermavano i cittadini di passaggio a cui impo­nevano di porsi alla loro testa per recarsi a protestare ed inoltrare domande alle Autorità. Il Presente scrisse che Parma aveva l'aspetto di una città in stato d'assedio: fatti dolorosi che ci ricordano i tristi tempi dei caduti go­verni. In effetti anche la Gazzetta riconobbe che questa mattina abbiamo visto aumentata di molto la forza pubblica .
Il Sindaco Bianchi affisse un manifesto in cui la dimostrazione fu giudi­cata diversa da quella che si addiceva a cittadini che hanno libere le vie le­gali di rimostranze e rilevò che più deplorevoli conseguenze furono evitate per il senno della popolazione e l'opera di chi seppe con prudente ma ferma attitudine mantenere l'ordine.
Torbidi gravi si verificarono a Sorbolo, Mezzano, Noceto, Sissa, S. Se­condo, Trecasali, Fontancllato. A Collecchio una imponente dimostrazione seguita da violenze e pressioni al Commissario prefettizio del Municipio. A Colomo e in alcuni Comuni del circondario di Borgo S. Donnino numerosa folla si raccolse con la banda alla testa.
Il 3 gennaio la situazione si poteva dire calma in Parma ma non altret­tanto in provincia ove stando alia Gazzetta agenti provocatori inducevano con mezzi di seduzione o con violenza i pacifici agricoltori a recarsi nei centri
1) Italia CmitralCt 5 gena aio. 8) Gazzetta di Parma, 4 goanaio.