Rassegna storica del Risorgimento

1869 ; ECONOMIA ; FINANZA
anno <1956>   pagina <79>
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La rivolta del macinato (1869)
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cercare la causa dei disordini presenti ed il pericolo di più gravi perturbazioni nell'avvenire.
L'inchiesta ministeriale accertò che l'arciprete di Campegine e il parroco di Bagnolo dissero apertamente che non esortarono i loro fedeli alla sotto­missione alla legge sul macinato. Come sappiamo, soltanto il 14 gennaio il Vescovo di Parma deplorò pubblicamente i disordini e consigliò l'ubbidienza, e più tardi ancora, il 20, lece udire la sua voce il Vescovo di Reggio.
Ma al di là di questi episodi e di queste polemiche rivelatrici di un'atmo­sfera generale non si può ammettere una responsabilità diretta del clero nei moti, anche se il governo ed. i fogli governativi furono concordi nel battere questo tasto. D'altra parte se questa interpretazione governativa può apparire un modo per eludere le vere cause delle insurrezioni, è però un fatto innega­bile che molte manifestazioni del clero furono le più adatte per incoraggiare tali deduzioni.
H giudizio più autorevole e rappresentativo da parte cattolica fa espres­so dalla Civiltà Cattolica la quale in data 6 febbraio 1869 scrisse che i fatti consentono di confermare che nelle moderne costituzioni la teoria della so­vranità popolare è, nella pratica, una falsità ricca di dolorose illusioni. Infatti il potere legislativo ha approvato una legge odiata dal popolo, il potere esecutivo l'ha applicata contro il popolo. Affermò che il governo pontificio aveva si introdotto una tassa sul macinato ma il popolo era allora meno gra­vato da altri balzelli. Bicordo che Gioacchino Pepoli e Lorenzo Valerio dopo il tradimento di Castelndardo nell'ottobre 1860 avevano abolito la tassa sul macinato come quella che colpiva direttamente la classe povera ed è stata in ogni tempo considerata ingiusta. Ora essendo l'ingiustizia non relativa ma assoluta, come stupirsi che i popoli non si siano dimenticati di ciò?
La nuova imposta è definita l'ultimo assassinio che il governo di Firenze poteva compiere sopra la vita delle languenti popolazioni; venite ora voi tutti, o caporioni o giullari delle consorterie, a rintronarci con le eterne vostre nenie, per le stragi di Perugia nel 1859 e pei macelli del Trastevere di Roma nel 1867 ! Voi che avete sulla coscienza, tra gli altri assassinamenti, le stragi di Palermo del 1866 e i macelli dell'Emilia del 1869; voi che testò avete trucidato il vostro popolo sovrano, per la colpa unica ch'egli ricusava morir di fame; voi, se ritenete anche un'ombra di umano pudore, dovreste vergognarvi di mostrar la faccia al sole d'Italia, non che di aprir bocca a ridire calunniosa­mente contro il Governo del Papa Pio IX la parabola della festuca. E in ve­rità, secondo la Civiltà Cattolica, se non era l'esercito che si è acconciato a macellare il popolo che sarebbe stato della monarchia di Vittorio Emanuele in Italia? Forse che il plebiscito della fame nel 1869, non avrebbe distrutto il ple­biscito delle ciance del 1860 ? Ondechè la monarchia d'Italia, mutata la base, dal sostegno della sovranità del popolo è passata a quello della sovranità della spada. Dire poi al popolo che i desideri espressi coi tumulti Bono congiure di pochi tristi, specialmente quando non si è interrogato il suffragio univer­sale, è un ricorrere agli argomenti riprovati dai liberali in tutti i governi non liberi; è un dire in sostanza al popolo ch'egli è sovrano ma a condizione che ubbidisca e non comandi. L'articolo cosi conclude: Ora che quel governo, senza giudizio di tribunali ma con esecuzione sommaria, alla soldatesca, ha fucilato qua! ribelle il suo popolo sovrano, perchè restio a morire d'inedia;