Rassegna storica del Risorgimento

1869 ; ECONOMIA ; FINANZA
anno <1956>   pagina <82>
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82 Fernando Manzotti
La banda Manina, L'Amico del popolo e il Presente rappresentano tre tentativi di ricondurre i moti del macinato al problema politico del Risor­gimento sollevando ed inquadrando il primitivo impulso delle masse in una prospettiva politica consapevole; occorre però dire che non solo non riu­scirono a coordinarsi con la campagna ma la loro condotta dimostrò che il mazzinianesùno non era allora un elemento che potesse dare un apporto al rafforzamento dello Stato, assorbendo la propria vitalità nel ripudio della monarchia e in un'opposizione aprioristica e sterile.
Disagio economico. Le provinole che erano sotto gli estensi ebbero un governo di polizia per fatti e cose attinenti agli ordini politici, altrettanto era mite e tollerante in ordine alle tasse le quali, e per la loro tenuità e pei modi dolci con cui venivano esatte erano dalle popolazioni sopportate senza alcuna lagnanza e venivano con tutta esattezza soddisfatte. Arroge poi che quando era il caso di multe incorse, queste con semplici rimostranze veni­vano le molte volte condonate e quasi sempre poi a tenuissima cifra ridotta. Così il Sindaco liberale di Castelnuovo Monti nella relazione da lui inviata alla Commissione d'inchiesta sul macinato x) interpretava il senso diffuso di di­sagio economico concomitante al passaggio da un'economia retriva e da uno Stato paternalistico ad un'economia agraria capitalistica. I vecchi regimi infatti avevano spiegato un'opera intensa per proteggere le classi popolari mediante beneficenze e lavori pubblici, e se è vero che il metodo della carità non è che un panicello caldo che in ultima analisi peggiora le cose poiché se da un lato fornisce un certo lenimento alla miseria dall'altro, per il fatto di distogliere fonti di ricchezza da altri investimenti produttivi, è causa ogget­tiva di nuova miseria, esso consente tuttavia ad un governo di accattivarsi la simpatia delle classi che ne beneficiano. A Modena e Reggio gli estensi ave­vano istituito depositi di cereali fìssi nei paesi più importanti per andare in­contro ai bisogni della popolazione nei momenti di crisi, nonché un'organizza­zione di Monti Annonari Perpetui aventi Io scopo di impedire il monopolio degli speculatori tendente a far crescere smisuratamente il prezzo delle farine. A Parma Maria Luigia sopperì alla miseria con periodiche distribuzioni di grano a prezzo minimo e attraverso grandi lavori pubblici, soprattutto i co-sidettì lavori d'inverno che ebbero lo scopo precipuo di impiegare i disoccupati e attivare i traffici. Di Carlo HI abbiamo già visto i provvedimenti e le vel­leità a difesa dei contadini.
Ora invece si andava diffondendo la cosiddetta mentalità dell'espro­priato soprattutto nelle zone in cui la proprietà abbastanza grande e la cul­tura estensiva rendevano numeroso il bracciantato agricolo e furono proprio le zone in cui più violenti scoppiarono i moti: le terre fra Borgo S. Donnino e il Po, al di qua e al di là del corso del fiume Enza, le plaghe a nord di Castelnovo Sotto, la bassa bolognese e ferrarese.
Ormai da molti anni il paese era travagliato da una crisi economica che la guerra del '66 e il corso forzoso avevano aggravato? nel *67 vi fu un cattivo raccolto granario che portò ad un ristagno del commercio di impor­tazione e di esportazione, a ciò si aggiunse la crisi dei raccolti dei bozzoli
1) Pubblicata anche in Libera Stampa di Reggio PU dicembre.