Rassegna storica del Risorgimento

1869 ; ECONOMIA ; FINANZA
anno <1956>   pagina <86>
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Fernando Manzoni
II Patriota di Parma il 4 gennaio si chiedeva La colpa di ehi è?. Ri­spondeva che era dei partiti e questo doveva servire di norma per le future elezioni. Si cercassero buoni amministratori, buoni finanzieri. Non dei muti che approvavano sempre, non dei ciarloni che disapprovavano tutto ma che mai nulla concludevano. Faceva voti perchè la legge sul macinato venisse modificata non secondo le aspirazioni di coloro che avevano gridato W l'Au­stria, W Pio IX. Il 12 deplorava la vergogna di un paese come il nostro che si lasciava intimidire dall'audacia di pochi male intenzionati e si chiedeva per­chè i veri liberali non davano anch'essi qualche segno di vita, non uscivano dalle loro case, non opponevano influenza ad influenza; chiudeva con una dia­gnosi e un'angosciosa domanda rivolta verso l'avvenire che sarà sempre ri­corrente nella storia d'Italia anteriore al fascismo: Il partito liberale non ha sangue nelle vene. Àncora un po' di questo passo e perderà ogni sua influenza. Che avverrà allora dell'Italia ?.
Ispirato ad una identica preoccupazione si mostrava pure il Monitore di Bologna1) e nel cercare di cogliere il significato del suono delle campane delle nostre campagne le sue parole ci paiono esprimere una verace e signifi­cativa testimonianza del tempo, tanto che le riteniamo adatte ad essere poste al termine del nostro studio: Queste campane non annunciano una rivolu­zione come l'intimazione di Pier Capponi, i Vespri siciliani, ecc. Questa voce solenne esprime il disagio economico, la miseria pubblica e privata fortuna, esprime la energica riprovazione del paese contro gli empirici sistemi d'impo­sta, una solenne invocazione all'economia, alla moralità: e se si vuole riassu­mere in una parola il loro significato, per noi vogliono dire la necessità di tra­durre l'indipendenza e la libertà scritte nei trattati e negli statuti in una stu­penda formula di convivenza civile e sociale. Nemici della monarchia e delle istituzioni costituzionali sono coloro che nella potente eco delle nostre cam­pane non sanno e non vogliono scorgere che un artifìcio settario: per noi quella voce non è ancora una minaccia, essa è un avvertimento, ima pre­ghiera, forse un plebiscito .
FERNANDO MANZOTTI
1) 6 gennaio.