Rassegna storica del Risorgimento

1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
anno <1956>   pagina <88>
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Bono Simonetta
Pro-memoria
La cospirazione di Mantova aveva raggiunto il limite estremo della sua atti­vità quando sopragiunse il fatai 2 Dicembre.1) Il contracolpo si fece sentire da per tutto e valse a scoraggiare e ad infiacchire gli animi, origine delle future disgrazie. Una certa satira aveva fatto fare parecchi arresti e di confessione in confessione erasi giunti all'arresto del Mori, uno del Comitato. Poco tempo dopo una perquisizione fatta ad uno di Castiglione per oggetto estraneo alla politica scoprì una cartella del prestito mazziniano e anche qui di confessione in confessione si venne air arresto del Z. [Zanucchi ?] e di moltissimi altri fra i quali il prete B. [Bosio]. Questi denunziò il Tozzoli altro del Comitato. Il Z. [Zanucchi?] compromise il Mori il quale [,] dall'affare della satira quasi scolpato [,3 venne per tal modo inquisito per affari più. gravi, avendo il Z. [Zanucchi ?] cominciato a dare dei dettagli sull'organizzazione politica della cospirazione.
U Tozzoli arrestato corrispondeva con me, coli'Acerbi e colla famiglia sua mediante bigliettini ad arte nascosti ed in cifra, conosciuta solo da me, dall'A­cerbi, dal fratello del Tozzoli e disgraziatamente da una donna e da un farabutto certo D.
Un bigliettino fu sorpreso dalla Polizia in mano del fratello del Tozzoli U che produsse il suo arresto. Egli si scaricò sulla donna, la donna accusò me, io venni arrestato. Interrogato negai. Posto a confronto cotta donna la confusi in modo che il giudice nulla potè ricavare. La donna fu rilasciata, io rimasi obbliato due mesi. Finalmente un giorno l'Auditore venne nel mio carcere e mi disse di saper tutto, mi nominò cinque complici arrestati che mi accusavano [:] erano B. [Bosio] Z. [Zanucchi ?] F. [Fornelli] G. [Gerold] e un altro che ora non ricordo. Io negai. L'Auditore allora mi parlò di Comit., di Riunione in casa Benintendi, e di mille altre cose, e persistendo io nella negativa mi fece visitare da un medico militare per battere. Ebbi 15 colpi Il secondo giorno 25, il terzo 50. U quarto giorno, era un giovedì di giugno inoltrato 23 o 25 salvo il vero, egli mi fece salire da lui nel suo ufficio. Era solo. Là mi mostrò prima le deposizioni dei coaccusati. Mi disse F. [Fornelli] 2) G. [Gerola] B. [Bosio] già trasportati in quél giorno stesso (prova importantissima) dal Castello a San Domenico per venir confrontati con me, e finalmente mi mostrò la cifra spiegata e il registro del Tozzoli tradotto, dandomi ad intendere sopra mia richiesta che un crittografo di Vienna aveva ritrovato il segreto. Dopo di die mi esortò a con­fessare minacciandomi di farmi morire sotto il bastone, né vedendo di vin­cermi con tale minaccia, mi lesse deposizioni che compromettevano mio padre. F. [Femelli?] avevo dotto che mio Padre approfittando dell'impiego e violando i segreti d'ufficio ci teneva avvisati dei perìcoli delle perquisizioni arresti etc. Mi mostrò l'ordine d'arresto firmato dal Governatore. La mia confessione avrebbe resa inutile quella sevizie. Io cedetti. E confessai negando però sempre di aver
1) Gli orrori di ortografia e di grammatica in questo negli altri documenti (frequentis­simi od CB. neUc ulUmc lettere della Mario) sono ripetuti qui tali e quali. Solo qualche volta è stillo aggiunto, tra parentesi quadre, qualche segno d'interpunzione poc rendere più immedia­tamente chiaro il testo.
2) II 21 giugno (giorno, come vedremo, della confessione) risulta anche nel Luzio (op. cit. voi. ir, p. 11) che il Femelli venne tradotto a S. Domenico.