Rassegna storica del Risorgimento

1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
anno <1956>   pagina <91>
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Luigi Castellazzo ed i processi di Mantova del 1852-53 91
con promesse quanto piti grandi più infami. Fuggii allora da Mantova. Venni m Piemonte sotto altro nome. La mia vita da quel momento è nota agli amici e sto per dire ai nemici. La giudichino.
Io nulla chiedo, soltanto che mi sia concesso adoprarmi in favore del mio paese senza che il passato ancor dubbio mi paralizzi. Ottenuta Vindipendenza della Patria confido che la verità venga a galla, essa indubbiamente verrà. Allora lascerò che i miei amici ne godano; essi die potevano forse dubitare d'ingannarsi, io ho la coscienza e ne ho anche di troppo.
In frattanto i miei nemici, coloro che non si sono ancora persuasi possono stare sicuri chHo non sfuggirò loro, ch'io sarò sempre pronto al rispondere delle mie azioni e del passato, mi leghini mani e piedi se vogliono, ma mi lascino fare. Non credano ch'io voglia farmi scudo dei miei servigi, il sacrificio di tutto me stesso valgano a contare la debolezza, ma la colpa, la grave colpa appostami non è altro die calunnia e non devo scontarla per altri.
Queste cose io scrivo per gli amici. Essi ne facciano quell'uso prudente che loro detta il cuore. Io vorrei sopratutto che la mia giustificazione non cagio~ nasse danno ed infamia quantunque meritati ad alcuno.
Ho sofferto finora tacendo e posso tacermi ancora e soffrire. D'altronde Vaffetto dei buoni che possiedo ora intiero e senza minima miscela di dubbio mi è tale compenso che altro non chiederei se non fosse la necessità di sgombrarmi il terreno all'azione.
Ove si possa in qualche modo provedere a che senz'altrui danno la cosa riesca a me di vantaggio e al Paese, si faccia, altrimenti si tralasci pure o si sospenda fino a momento più propizio e quando maggiori prove si possano rac­cogliere e tali che riescano a chiuder per sempre la bocca ai maligni, e a disin­gannare gli illusi senza compromettere altrui.
Luigi Castellazzo.
La seconda lettera era tra numerose altre che Jessie White Mario lasciò morendo alla mia famiglia. La lettera, come vedremo in seguito, fu rinvenuta dalla Mario stessa tra le carte che la vedova del Castellazzo le aveva messo a disposizione; e la notizia del suo ritrovamento, assieme ad altri documenti di notevole importanza storica andati invece poi smarriti, era comunicata dalla Mario ( tanto commossa che appena so scrivere !) con una lettera a mio padre datata 29 novembre 1905.
Carissimi Amici,
Devo a Voi poche, ma veritiere e definitive parole, sulVeterna questione che da trentatre ') anni a questa parte ha continuamente amareggiata la mia vita d'uomo, di patriota e di soldato.
Usato libero dalle carceri di S. Domenico di Mantova olii 18 Marzo 1854 s) per Vamnistia generale, accordata spinte o sponte dal Governo dell'Austria,
1) Origin arimi) ente era vi Berillo trent'anni ; la correzione in irenlntrc è fatta con altra peana e forse è di altra mano. La stessa penna e la stessa mano hanno fotte qua e là anche alcune poche correzioni, puramente formali.
Z) In margine e corretto a matita, e con calligrafia della Mario, no '53. In realtà la data esatta è 19 marzo 18S3.