Rassegna storica del Risorgimento

1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
anno <1956>   pagina <106>
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Bono Simonetta
riferimenti alla violentissima polemica Castel lazzo-Finzi aorta nell'84 in occa­sione della nomina del primo a deputato di Grosseto (Fiuzi era deputato di Pesaro)) nou può che essere stata scritta sul fluire dell'84, e trcnt'aiini è un arrotondamento per 31. Il trenta è poi corretto in trentatre , ciò che sta a significare che nell'84 egli la scrisse, ma non la divulgò neppure in forma privata, rimaneggiandola (con modificazioni di pochissimo conto, e puramente formali) trentatre anni dopo il '53, e cioè nell'86. È quindi questa la data pre­cisa della lettera nella forma in cui l'abbiamo ani pubblicata. 1 )
Potremmo chiederci perchè il Castellazzo abbia trattenuto questo scritto senza divulgarlo non solamente durante gli anni dall'84 all'86, ma anche dopo, fino alla sua morte (16 dicembre 1890). Pr oh abilmente esso, con i docu­menti che vi erano originariamente annessi, doveva rappresentare come una specie di testamento spirituale, e l'autore, oramai non più giovane, amareg­giato da tanti anni di asprissime lotte, aveva persa la speranza di poter fare intera luce sul processo di Mantova.
L'importanza del pròmemoria non può sfuggire neppure ad un esame superficiale. In esso il Castellazzo designa con semplici iniziali (ma die­tro le quali è facile intuire i nomi, solo che si confrontino le date di arresto dei singoli inquisiti, e si tengano presentì, gli elementi già noti intorno al pro­cesso) 2) i principali coaccusati che prima di lui confessarono, che contro di lui o contro altri deposero, che resero pressoché inevitabile la confessione stessa del Castellazzo. E tali iniziali non ci designano solo il Bosio, il cui nome era già sulle labbra di tutti, ma ci designano anche nomi onorati e rispettati: Zanucchi e Fernelli, liberati dopo anni di carcere, Gerola, amnistiato il 19 marzo '53, lo stesso Canal impiccato a Belfiore. Chiunque legga questo docu­mento, chiunque si renda conto delle confessioni a catena che esso implica, non potrà più meravigliarsi se gli amici del Castellazzo lo esortavano concordi a tacere. Solo mettendo in evidenza le colpe di altri, si poteva attenuare la colpa sua, e, tra gli altri, vi erano dei morti, di cui non si voleva offuscare la memoria, vi erano dei vivi, che non meritavano che la loro debolezza di un giorno si tramutasse (per un'opinione pubblica che difficilmente avrebbe potuto rendersi esatto conto dell'atmosfera di incubo che aveva determinato le confessioni) nella loro infamia di sempre.
Quando si è letto questo pro-memoria ben si comprende perchè il Borchetta scrivesse il 15 ottobre '84 al Castellazzo: hai sacrosanto diritto di difenderti, ma poiché non lo potresti fare senza aggravare altri..., e si può giudicare quanto sia puerile il punto interrogativo che qui intercalava tra parentesi il Luzio 8) nel riprodurre la lettera.
Nella lettera ai carissimi amici il Castellazzo fa il riepilogo di tutta la sua vita travagliata, e porta una serio di documenti atti a comprovare da un lato la sua bastonatura e la data sia di questa, sia della sua confessione, dall'altro il fatto che molti dei confronti ohe gli erano stati attribuiti o non
l) NéD'M il Castellami nvcvu pubblicala ni Faieio del 7 ottobre la lotterà Ai miei amici elettori di Maremma- e dell'Atti i ut 0 In replica alle accuse che il Fin gli avova lanciato dalle colonne del Pungolo il 17 ottobre (v. Inizio, I Martìri oit voi. II, p. 356).
fc) Nel riprodurre il documento, abbiamo mosso tra parentesi quadro, dopo l'iniziale data dal <jistollnzzo.il nome cbocBBa sia ad indicare; il nome ò aconito da un punto interrogativo quando l'identificazione non ai presenta esento da qualche, siu pur lontano, dubbio.
1 Luzio, / Martiri rit voi. IT, p. 875.