Rassegna storica del Risorgimento
1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
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Bono Simonetta
donare, cacciato dalla diffidenza e dall'odio che lo circondavano, o risorgere quasi a nuova vita vedendo visi finalmente accolto con. cordialità. Ahimè per non molto, nonostante poco più tardi, l'tt marzo del '67, Garibaldi dichiarasse solennemente in un discorso al Teatro Sociale di Mantova: Voi avete un altro concittadino [aveva prima parlato di Acerbi, di Chiassi, di Achille Sacchi, di Ghinosi, di Aporti] molto prode, molto onesto, cui il dito della calunnia v'aveva segnato. Vengo a reintegrarlo nella vostra stima. E il maggiore Castel-lazzo, nostro fratello d'armi; egli si è comportato in ogni circostanza con un valore ed intrepidezza a tutta prova, quindi io credo che il popolo di Mantova debba non solo reintegrarlo, ma annoverarlo fra i più prodi dell'indipendenza italiana .
Di particolare interesse ci sembra il V documento, e cioè la lettera di Achille Sacchi alla Mario. Non sarebbe facile compendiare più esplicitamente e più brevemente tutte le difficoltà che si frappongono ad un'esatta ricostruzione dei processi di Mantova. E noto che il Sacchi, subentrato nella direzione della congiura dopo l'arresto del Tazzoli e dopo che l'Acerbi era dovuto fuggire, si era egli stesso sottratto appena in tempo all'arresto, rifugiandosi in Piemonte; talché troviamo il suo nome tra quelli dei condannati in contumacia. Se egli, quindi, non aveva personalmente sperimentato i metodi con cui l'auditore inquisiva le sue vittime, era purtuttavia in grado di conoscerli altrettanto bene attraverso le relazioni che quei suoi compagni, che erano stati arrestati e che avevano avuto la ventura di aver la pena di morte commutata in quella del carcere duro, non avevano certo mancato di fargli al loro ritorno.
La sua testimonianza, quindi, per quanto indiretta, ha tutto il valore di una testimonianza diretta, anzi di molte testimonianze raccolte in una sola; e collima, del resto, con quanto il Luzio1) ripete anche dopo aver preso visione degli atti ufficiali del processo: Kraus raccoglieva o no ad libitum le discolpe degli inquisiti, stracciava gli interrogatori che non erano riusciti di suo gradimento, ne manipolava di falsi, tendenziosi, con date di commodo ! Il Salis racconta che nel suo processo iniziato da Kraus e portato a compimento dalla Corte Speciale di giustizia, gli vennero riletti prò forma i costituti assunti dall'Auditore militare: e fa sorpreso, sdegnato di vedervi registrate cose che mai s'era sognato di dire....
La lettera della Mario in data 20 ottobre 1903 è stata scritta mentre a Mantova si dibatteva la questione della lapide, che era stata collocata dal Municipio sotto il portico del Palazzo Ducale, e che, contenendo da un lato i nomi dei Mantovani immolati o condannati dall'Austria, e dall'altro quelli dei promotori della congiura in casa Ben in tendi, conteneva necessariamente anche il nome del Castcllazzo. I discendenti delle famiglie Acerbi, Grazioli, Poma e Tazzoli avevano chiesto e ottenuto il sequestro della lapide ! La lettera appare in certo qual modo lo schema di quella molto più ampia inviata dalla Mario alla stampa in data 4 novembre '903 a) e della quale abbiamo pure ritrovato nelle nostre carte l'originale. Ciò che manca in quest'ultima, e che invece più ci commuove in quella qui pubblicata, sono l'irruenta esortazione se siete in tempo a salvare Mantova dal disonore fate; sarà sempre un atto
*) / Martiri eit., Milano, Viilliwli, 1951 p. J(W.
*) Riprodotta aneli* b r.u f Martiri cft. Voi. U, P- 4W.