Rassegna storica del Risorgimento
1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
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1956
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111
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Luigi Castelhzzo ed i processi di Mantova del 1852-5 111
Naturalmente, per rendere la delazione più ingiustificabile, e quindi più odiosa, si è ritenuto opportuno cominciar col negare la bastonatura, e negarla contro ogni evidenza.
Dopo aver affermato il bastone era l'alfa e l'omega di quel regime eccezionale che deliziava Mantova. Il 26 giugno 1850 il Principe Schwarzenberg va a visitare le carceri del Castello onora della sua benignità parecchi carcerati per delitti comuni, rimettendoli in libertà ma ad un detenuto politico, ad un reduce della difesa di Roma (del quale il Grassi non dice il nome, notando soltanto che era di Rivarolo Fuori) fa applicare per tre mattine 25 bastonate perchè aveva commesso il crimenlese di nominare Radetzky tout-court, senza i titoli dovuti al Feld-MaresciaHo; *)
dopo aver riprodotta ima pezzuola insanguinata delTazzoli, in cui era scritto: Sono in ceppi, privato di libri, con trattamento carcerario e minacciato di peggio. Vescovo, Municipio reclamino contro la tortura anche al trono. Un giovane di Volta fu bastonato. Chi è ?;2)
dopo aver riprodotto un biglietto di un carcerato all'Acerbi (non firmato, ma forse del Poma), che comincia Col bastone si fece a Bigio decifrare uno stolto biglietto...;3)
dopo aver citato la lettera del Tazzoli all'Acerbi del 24 novembre, in cui si dice: Il povero Castellazzi pare essere stato condotto col bastone ad interpretare il registro;4) e quella, pure del Tazzoli, del 3 dicembre nella quale si precisa: Non già 90, ma 40 furono i colpi di bastone sotto i quali dovette gemere l'infelice ! Per Dio, sono anche troppi ! ;s)
dopo aver riprodotto il frammento delle memorie di un coimputato, il Peretti-Rossi : Durò così quasi due mesi, quando finalmente s'ebbe la pena del bastone, ultimo (se non primo) paragrafo del brutale codice austriaco. Io non so se l'umiliazione di quella pena corporale, o se la solerte cura insinuante del padre (che lo 'andava visitando giornalmente) abbiano costretto il giovane Castellazzi a darsi per vinto, oppure se la promessa d'aver salvata la vita da forca o carcere, quale delle cause abbia prevalso, ma forse ogni cosa lo indusse a parlare;6)
dopo aver riprodotto la lettera in cui Eugenia Mambrini dichiara: nel tempo che il povero Bigio era rinchiuso nelle prigioni di Mantova, vidi io più volte (mostratemi dalla disperata di lui cugina, che era per lui una seconda madre) le camicie che si rimandava a casa per darle in bucato dalla prigione; e queste camicie erano ogni volta intrise di sangue, sangue che usciva dai solchi profondi lasciati sul corpo dell'infelice Bigio dalle flagellazioni ;7)
dopo aver riprodotto una lettera di Luigi Poma, fratèllo del martire, in cui si dice: pochi giorni sono l'onorevole cavalier Giuseppe Quiatavalle, In mia casa ripetutamente disse d'esser convinto che il Castellazzi, sia per
1} Jrtnao, I Martiri cit. voi I, p. 13. *) Jbid., voi I, p. 70. 9) Jbid., voi. I, p. 156.
4) Jbid., voi. I, p. 122.
5) Jbid., voi. X, p. 188. *) Ibid., voi. II. p. 248. 7) Jbid., voi. II, p. 368.