Rassegna storica del Risorgimento
1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
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1956
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Bono Simonetta
che egli era al correutc dell'affare. H Poma è stato sentito esclamare: Kraus noa mi ha neppure detto verbo dell'affare Rossi (lettera Q. Simonetta qui pubblicata, che completa quella del Quintavallc già pubblicata dal Luzio), ed un compagno di cella (non potrebbe esser stato che l'O Monelli) si sarebbe fatto un dovere di informarne senza indugio l'auditore od il Casati. Da questo a far confessare sia il Gastellazzo, sia il Poma, sia lo Speri (dicendo a ciascuno che l'altro aveva già confessato) il passo era breve, e non era certo il Kraus incapace di compierlo ! Potrebbe essere forse questa la ricostruzione più logica, alla lnce dei nostri documenti, della triste catena di confessioni; ma non possiamo sottacere il fatto che, tra i documenti del processo, non ne abbiamo trovato alcuno che la confermi.
Terza accusa che pesava sul Castellazzo era quella di esser stato lui ad indurre il Mori a testimoniare contro il Finzi (ed a sostenere l'accusa anche in un confronto), piegandone le ultime resistenze con la frase: non avrei mai creduto che tu avessi la vanità di voler morire da martire . Questa motivazione psicologica scrive il LuzioJ) delle confessioni di Attilio Mori m'era sempre parsa, con tutta la mia reverenza pel Finzi, e con la mia ferma fede nella sua, oramai luminosamente accertata, veridicità, assai discutibile , eppure il Luzio finisce con l'accettarla e col farla sua, senza tener conto, fra l'altro, di una lettera dello stesso Mori all'Acerbi, in data 29 novembre 1860, che si chiude con questa frase: Salutami l'amico Achille [Sacchi], fa coraggio a Bigio ed amami sempre. 2) Siccome il Bigio di cui parla il Mori altri non è che il Castellazzo, quale persona di buon senso può, anche per un solo momento, supporre che il Mori, salutando gli amici, li preghi di far coraggio proprio a colui che, secondo l'accusa, sarebbe stato il solo ed unico responsabile di una confessione e di un confronto che per molto tempo il buon Mori deve essersi poi rimproverato ? Purtroppo, però, egli moriva nel *64, e non poteva più far sentire la sua vooe durante le polemiche di vent'anui più tardi.
Può non valer la pena di soffermarsi su altre accuse secondarie: confronti col Lazzati e col Rosselli (confrontiche certo non poterono lasciare un animo molto ben disposto verso il Castellazzo nei due confrontati , ma nei quali essi non vennero eerto accusati di niente di grave, se la loro testimonianza era invocata dal Castellazzo stesso, a propria discolpa); lettera dell'ing. Montanari (in cui il nome del Castellazzo come suo accusatore figura insieme a quello del Tazzoli,3) e non certo per ragioni molto gravi, se il Montanari verrà consegnato al Duca di Modena, invece di venir direttamente condannato *y.
Veniamo invece ad un'accusa non priva di fondamento: il suo confronto con il Frattini. Tale confronto, che il Castellazzo smentiva, risulta invece essere effettivamente avvenuto il 26 dicembre 1852. Anche indipendentemeute dalle accuse contestatogli dal Castellazzo, la posizione del Frattini era già compromessa, poiché figurava nel registro Tazzoli ( Fratini casa e mobili 100 )
') / proemiai politici, cit., p. 76.
2) Luzio, / Martiri cit., voi. I, p. 404.
> JWrf,, I, p. 404.
*) Nella lettoni trascritta dal Pereti i-Rossi, 21 Montanari precisava anche maglio le varie deposizioni a ano carico: I miei accusatori sono il registro, Cas.lulla7.zi, Faccioli, Nuvoloni e Tozzoli:* (Lazio, / Martiri cit., voI,5?p. 284).